ATTENZIONE !!! MEGA-SPOILER !!!
1999. Con la Trilogia Classica di “STAR WARS” finalmente conclusa e riorganizzata secondo i definitivi canoni di numerazione, narrazione e presentazione, George Lucas si lascia alle spalle l’epopea di Luke Skywalker; e accantonato il progetto di una Trilogia Dei Sequel dedicata alle avventure del giovane Maestro Jedi dopo la vittoria di Endor, torna alla regia per farci fare un acrobatico salto temporale all’indietro:… ben 35 anni nel passato della Galassia Lontana Lontana e dai fatti narrati in Episode VI; all’epoca splendente e gentile della Repubblica Galattica coi suoi mondi pieni di Arte e le sontuose Corti dallo stile volutamente retro’.
Un’inversione di marcia notevole, per far conoscere al mondo la storia che desidera fortemente raccontare: gli ultimi anni della Repubblica, la sua caduta e l’estinzione dell’Ordine dei Cavalieri Jedi.
La storia di Anakin Skywalker.
Un progetto ambizioso che Lucas comincia ad inquadrare subito dopo il 1977, anno del successo globale di “Star Wars”, e che sviluppa durante la terza scrittura a due mani con Lawrence Kasdann di “Episode V : L’Impero Colpisce Ancora”.
Alla fine del 1978 il regista e produttore concepisce il concetto di Fener padre di Luke Skywalker: un retroscena che esploderà letteralmente dopo il drammatico duello tra i due nelle fasi finali del film.
Quando nel 1983 “Il Ritorno Dello Jedi” esce e commuove il mondo attraverso la figura tragica di Fener, Lucas è sempre più ammaliato dall’idea di un prequel.
La traccia abbozzata nel 1978 è stata sviluppata; Fener è un Cavaliere Jedi di nome Anakin Skywalker, un combattente potentissimo figlio della Forza stessa che passa al Lato Oscuro.
Ma il Progetto di Lucas è troppo ambizioso per la tecnologia dei primi anni ottanta; e col sopraggiungere nel 1987 del divorzio milionario dalla prima moglie Marcia, Lucas si distacca per lungo tempo dalla Saga.
Tornerà a lavorare con entusiasmo sui Prequel solo nel 1993, quando la linea di fumetti della Dark Horse Comics e i romanzi di Timothy Zahn ispirati alla Saga riscuotono un successo imprevisto e indicano a Lucas che c’è ancora una vasta platea di fans interessati a STAR WARS e dunque a possibili Prequel.
Con in mente la struttura già ben definita sulla storia di Anakin Skywalker, George Lucas si rimette a lavoro. L’idea iniziale del Prequel diventa una Trilogia che l’autore decide di dirigere personalmente.
Pensa in termini stilisticamente sfarzosi e tecnologicamente avanzati; e la tecnologia dei primi anni ’90 ricambia questo interessamento con soluzioni estremamente spettacolari per il suo cinema.
L’entusiasmo di Lucas per le possibilità offerte dalla nuova Computer Graphic ( CG ) lo incoraggia come produttore e regista a proseguire su strade sempre più avveniristiche; inoltre lo persuade a rimettere mano alla Trilogia Classica, per lanciarla di lì a poco nel nascente mercato delle Home Video VHS.
Con una qualità video resa impeccabile dalla restaurazione e pulitura delle immagini, completata dalla rimasterizzazione della traccia audio in tecnologia THX Lucasfilm, la Trilogia torna ad incantare il mondo e l’operazione si rivela un successo di vendite. Ma Lucas non è ancora soddisfatto. Vuole che la Trilogia Classica apra la strada alla Trilogia dei Prequel in preparazione, e sa che il divario tecnologico tra la Saga di Luke Skywalker ( specialmente Episode IV ) e l’epopea di Anakin che si appresta a girare potrebbe risultare talmente forte agli occhi del pubblico da stridere come una nota stonata.
Lucas si rimette perciò al lavoro sulla Trilogia Classica e nel 1997 la ridistribuisce nei circuiti cinematografici.
I film sfoggiano modifiche importanti: la CG ha consentito di perfezionare ed arricchire intere sequenze, ed altrettante inedite sono state letteralmente create ed aggiunte.
I fans ventennali approvano gli impianti in CG e sorvolano su qualche troncatura repentina e un po grossolana tra una dissolvenza e la sequenza successiva.
Ma insorgono letteralmente contro la modifica alla sequenza di Episode IV nella taverna di Mos Eisley, che trasforma Ian Solo da cinico pistolero che uccide a tradimento il suo cacciatore… in onesta canaglia che uccide per legittima difesa.
Il dispiacere di Lucas per questa contestazione dura poco: a fronte della polemica coi fans e del nuovo identificativo Episode IV V VI che diventa parte del titolo dei film, tutto il mondo comincia a reinteressarsi a STAR WARS e a chiedersi dove siano finiti gli episodi I II III .
È l’assist perfetto che serve a George Lucas per spianare definitivamente la strada alla Trilogia Dei Prequel: la tragedia che esamina le origini di Darth Fener.
In frenetica attività sul nuovo progetto targato STAR WARS, Lucas inserisce retroscena, storie parallele e tangenziali agli eventi della Trilogia Classica; e da vita ad una una lunga epopea che partendo dall’infanzia di Anakin si concluderà con la sua morte.
Perfeziona ogni passaggio, istruisce i creativi affinché raffigurino la magnificenza sofisticata della Repubblica, da indicazioni sullo stile sontuoso che dovranno avere i costumi, conferma il Maestro John Williams per la colonna sonora, e ingaggia il Maestro di arti marziali Nick Gillard affinché crei uno stile di combattimento spettacolare e adatto all’uso della spadalaser di Jedi e Sith, che in questa trilogia verranno mostrati in tutta la loro grandezza e potenza; Gillard porterà i duelli tra Jedi e Sith ad un livello di spettacolarizzazione talmente alto da arrivare a ad eguagliare in acrobazie le stupefacenti scene di battaglia nello spazio.
La Reggia di Caserta in Italia viene scelta da Lucas come location per gli interni sfarzosi del Palazzo Reale di Naboo, mentre la Tunisia torna ad ospitare i set di Tatooine per la città di Mos Espa, le cui atmosfere familiari rimandano ad Episode IV e faranno da collante tra la Trilogia Classica e la Trilogia Dei Prequel.
Cambia l’atmosfera: quella scanzonata e un po’ guascona della Classica cede il posto alla situazione politicamente complessa e decadente della trilogia in uscita.
Il lavoro sartoriale di Lucas è gigantesco, ma non tiene conto del fatto che nei 16 anni di assenza di STAR WARS i fans allevati nel mito della Trilogia Classica si sono legati alle storie talvolta improbabili, spesso paradossali e costantemente inquietanti dell’Expanded Universe post Endor; e che la letteratura dell’EU, imprudentemente tollerata dallo stesso Lucas, ha spostato il gradimento di molti fans dagli eroi dell’Alleanza agli anti-eroi decaduti, nostalgici e desiderosi di rivalsa della ex dittatura Imperiale.
Il problema viene sottovalutato, nella certezza che la grandiosità dell’opera riporti equilibrio tra i fans.
Ma questo non basterà a soddisfare i fans più legati all’EU, che accoglieranno come manna dal cielo la bocciatura della pellicola da parte di critica e stampa, e rinnegheranno con ostinata insoddisfazione lo stile romantico e sfarzoso della Trilogia Dei Prequel.
“Episode I: La Minaccia Fantasma” esce nei cinema il 19 Maggio 1999, forte di un’ampia copertura mediatica.
Malgrado le recensioni contrastanti da parte della critica, che tesero a lodare le immagini e le sequenze d’azione ma a criticare la scrittura, la caratterizzazione dei personaggi e la recitazione, il film resta negli annali del cinema come miglior incasso del 1999 e miglior incasso dell’intera Saga di STAR WARS.
L’impatto è visivamente grandioso. Istintivamente si cercano e si trovano punti di contatto con la Trilogia Classica, ma questo che ci viene narrato è il tempo della Repubblica Galattica… ed ogni situazione si trova posizionata esattamente al l’opposto rispetto ai film che conosciamo.
Occorre pazienza. Per ora la sensazione di trovarci di nuovo nella Galassia Lontana Lontana deve riuscire a bastarci.
Lentamente ogni particolare diventerà riconoscibile e la storia di Anakin Skywalker ci verrà rivelata.
Diversamente da “Una Nuova Speranza”, che inizia esattamente nel pieno di un inseguimento e di uno scontro FISICO tra le due fazioni in lotta, Episode I è un film tutto impostato sui conflitti istituzionali al vertice della Repubblica e sulla pressione Politico-Economica esercitata bilateralmente per salvaguardare / destabilizzare i delicati equilibri tra i mondi e i settori della galassia. Tutto viene tramato e combattuto nell’ombra e dunque in via non ufficiale, mentre le istituzioni sono impantanate in cavilli burocratici che ne determinano lo stallo e i Jedi sono talmente accecati dalla loro grandezza da non percepire il pericolo alle loro spalle; da qui il titolo “La Minaccia Fantasma”.
L’incipit narra di argomenti straordinariamente attuali.
La tassazione sulle rotte commerciali rappresenta l’elemento di disturbo da sabotare a tutti i costi per garantire i profitti stratosferici di una potente Federazione del Commercio: l’equivalente delle nostre Multinazionali.
II tentativo di forzare una legge del Senato a tutela di tutti per volgerla a favore di interessi privati; l’accettazione di un patto col demonio pur di primeggiare sul mondo; l’attuazione contro il pacifico Naboo di un embargo, un blocco commerciale che affamerà il pianeta periferico se il Governo non ritirerà la legge sulla tassazione. Sono tutti metodi di coercizione pilotata, che lentamente spalancano il baratro in cui il Grande Corruttore sprofonderà in fine la Repubblica assieme a tutti gli attori di questa tragedia annunciata.
Siamo nell’era più civilizzata della Repubblica, eppure il ricatto e la barbarie dominano sul diritto e dettano le regole del gioco; non è diverso da ciò che accade oggi nel nostro mondo.
La Frontiera narrata nella Trilogia Classica cede il posto alle metropoli del Nucleo Interno, dov’è ubicato Coruscant: il pianeta-città Capitale della Galassia, su cui risiede il Senato della Repubblica e tra i cui Palazzi del Potere si costruirà l’epilogo di Episode I e dell’intera Trilogia.
Visti i contenuti politicamente espliciti, non sorprende che critica e stampa abbiano fatto fronte comune per oscurarli, esaltando i pochi punti deboli di un film che a causa di questo boicottaggio passerà alla storia come il più infantile di tutta la Saga e resterà decisamente il meno amato.
Vale dunque la pena analizzare in sequenza i pregi e i difetti (semmai ce ne fosse realmente qualcuno ) di questo sorprendente film attraverso lo stile che da sempre contraddistingue le storie di STAR WARS: La Favola.
L’incipit ne definisce e identifica da subito il tempo e il luogo, trasportandoci nel mondo Sontuoso e Decadente della Repubblica, che da qui a pochi anni soccomberà all’Impero.
Come ogni favola che si rispetti, Episode I ha un punto di vista privilegiato da cui guardare gli eventi: e quindi il cammino dei due Jedi alla scoperta della minaccia Sith è certamente il filo conduttore ideale.
Ma in questo caso la scelta è stata anche quella di costruire una critica narrante attraverso un sentiero poco battuto: il coraggio e la determinazione a non arrendersi di Amidala, Regina fanciulla dalla forza straordinaria e lo sguardo triste, più volte descritta a torto come personaggio immobile e in balia degli eventi.
È dal cuore del suo mondo, fatto di assoluta Bellezza e cupa Tragedia, che emerge il cardine di un dramma di proporzioni galattiche; un destino crudele a cui ella si opporrà con tutte le forze fino alla fine, malgrado le immagini di questo impegno non siano state incluse ufficialmente nei film della Trilogia.
Il mio consiglio è quello di andare a guardare le scene eliminate che la riguardano: è sorprendente scoprire con quanto ardore ella difende i principi della Repubblica; e come non sia lei il motivo della caduta di Anakin ma Anakin stesso, a causa del suo assoluto e crescente bisogno di controllo; una pulsione quasi convulsiva, che saggiamente incanalata avrebbe potuto salvarlo assieme alla Repubblica.
Su tutto aleggia l’ombra del Lato Oscuro, ma l’oscurità non basta da sola ad annientare la Bellezza; a spianate la strada al ritorno dei Sith è la rigidità ostinata di un Ordine Jedi ormai cieco: incapace di percepire, vedere, amare.
ATTENZIONE !!! La trattazione che segue è un MEGA-SPOILER, una critica narrante di Episode I.
Se non avete ancora visto il film ( cosa difficile ma non impossibile ) NON PROCEDETE nella lettura.
Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana…
STAR WARS
Episode I
La Minaccia Fantasma
Gravi tumulti hanno travolto la galassia a causa della tassazione sulle rotte mercantili verso i sistemi stellari periferici. L’ingorda Federazione dei Mercanti, sperando di risolvere la questione, ha schierato micidiali astronavi da guerra per impedire tutte le spedizioni nel piccolo pianeta di Naboo. Mentre il Congresso della Repubblica discute senza sosta l’allarmante succedersi degli eventi, il Cancelliere supremo ha inviato segretamente nella Galassia due Cavalieri Jedi, i guardiani della pace e della giustizia, per risolvere il conflitto.
La sinfonia di John Williams commenta lo scorrere dell’incipit e sfuma lentamente, mentre l’inquadratura accarezza un mondo lussureggiante. È lo spazio planetario di Naboo, soffocato nella stretta dell’assedio.
Un vascello con i colori e le insegne della Diplomazia della Repubblica Galattica punta verso il blocco della Federazione dei Mercanti.
In plancia di comando due imponenti figure maschili celate sotto lunghi mantelli scrutano la situazione.
La tensione è palpabile.
“Capitano, dica che intendiamo salire subito a bordo.”
L’ordine viene immediatamente girato dal pilota in comando al senziente di razza Neimodian già collegato in videoconferenza.
È con malcelata apprensione che l’individuo dà disponibilità a ricevere gli Ambasciatori.
Restiamo tutti col fiato sospeso.
Il Neimodian sfoggia nella versione italiana una decisa inflessione russa ( in originale invece il timbro è altero e sofisticato ) che induce ad associarlo con un certo fastidio alla ex Cortina-di-Ferro e porta istintivamente a diffidare delle sue parole; ma è cortese, anche se fortemente arroccato sulla propria posizione di vantaggio.
Le speranze per il successo di una trattativa diplomatica con i vertici della Federazione finalizzata alla fine del l’embargo su Naboo non sono incoraggianti.
Pochi momenti e la piccola nave della Repubblica attracca a bordo dell’Ammiraglia Neimoidian, in un hangar piantonato da molti droidi da battaglia.
Quando gli Ambasciatori sbarcano accolti dal droide protocollare TC14, un modello che al suo apparire fa subito pensare a D3BO, il primo colpo d’occhio ci emoziona.
Gli spettatori indugiano sulle loro figure; le lunghe vesti che li celano completamente li fanno immediatamente percepire come Jedi; per i fans di vecchia data vesti come quelle, ma logore e consumate dall’arsura dei due soli, erano indosso al vecchio Ben Kenobi in Episode IV quando il Jedi che si nascondeva in solitudine su Tatooine appariva per la prima volta in soccorso di Luke Skywalker.
Siamo ancora in preda all’emozione mentre la storia procede; seguiamo attenti il droide protocollare far accomodare gli Ambasciatori in una sala d’attesa riservata, assicurando che il suo padrone giungerà a momenti.
Poi l’attimo che attendiamo arriva.
I due Jedi sono rimasti soli e finalmente rivelano agli spettatori i loro volti sereni: si tratta di un Maestro dalla lunga chioma selvaggia e del suo giovane quanto arguto apprendista Padawan.
“Ho un presentimento negativo. Non è per la missione, Maestro. È qualcosa di remoto, elusivo.”
“Non concentrarti sulle tue ansie, Obi-Wan. Mantieni la tua concentrazione solo sul Momento Presente.”
” Ma il Maestro Yoda ha detto di porre attenzione al Futuro.”
“Ma non a scapito del Presente. Poni attenzione alla Forza Vivente, giovane Padawan.”
“Si, Maestro. Come pensi che accoglierà le richieste del Cancelliere questo Viceré ?”
“Questi tipi della Federazione sono dei codardi. Il negoziato sarà breve.”
L’entrata in scena di Obi-Wan Kenobi al principio della storia è un tuffo al cuore inaspettato e gradito, perché il ricordo e il sacrificio del vecchio Ben sono rimasti impressi in maniera indelebile nell’animo dei fans.
Obi-Wan mostra subito grande sensibilità nella Forza. È un giovane uomo ancora inesperto, eppure gode di tale considerazione da essere stato nominato Ambasciatore in appoggio al suo Maestro e mentore Qui-Gon Jinn: un Jedi tanto autorevole quanto pronto a mettere in discussione l’insegnamento di Yoda.
Il modo di muoversi del giovane Padawan, il suo indagare, parlare, percepire, riflette già la personalità del Kenobi adulto eremita e ormai vecchio Jedi di Episode IV; merito anche del grande studio compiuto dal suo interprete Ewan McGregor sulla recitazione dello storico ed amatissimo Ben Kenobi: Sir Alec Guinness.
È lo stesso Kenobi a citare il Maestro Yoda: altra colonna della Trilogia Classica, altro punto di riferimento attraverso cui orientarsi nel corso della storia per aiutarsi a sentirsi a casa e prendere atto che siamo in un tempo diverso: nel tempo antico in cui Yoda gode del rispetto degli autorevoli Jedi.
Col procedere della storia diviene presto evidente che le percezioni di Qui-Gon sui Neimoidian e il negoziato si rivelano tanto imprecise quanto decisamente più realistiche risultano quelle del giovane Kenobi.
Il Viceré della Federazione e i suoi consiglieri sono certamente dei codardi nella loro paura di incontrare gli Ambasciatori in quanto Jedi; ma non sono loro a tenere le fila di questo assurdo assedio a Naboo.
Un burattinaio inquietante, remoto ed elusivo si sta effettivamente servendo della Federazione: ci viene mostrato come oscuro ologramma quando i Neimoidian lo contattano in preda al panico…
“Il Vostro piano è fallito, Lord Sidious. Il blocco è finito. Non ci mettiamo contro i Jedi.”
La dichiarazione viene balbettata dal Tenente Ruune Haako in tono dimesso: sa bene chi ha davanti, e lo teme. Ma teme di più il confronto coi Jedi. Perché ?
Il tentativo del Neimodian di sfilarsi dal nebuloso accordo denota in questa sequenza un concetto di Jedi molto più complesso di quello che siamo abituati a conoscere, facendoli percepire non solo come I Guardiani di pace e giustizia nella Galassia, ma come autentici Garanti di Legalità: perfettamente capaci di tutelare le regole grazie ai poteri straordinari che sviluppano attraverso la Forza; la loro autorevolezza incute timore in chi quelle regole si dispone a violarle per fare della sopraffazione il trionfo del potere nella sua forma più scorretta.
Per il misterioso Lord Sidious, che questa forma di potere sembra invece incoraggiare, il passo indietro del Neimodian è l’opzione impraticabile che fa ribollire la sua ira, e rivela tutta l’impazienza malvagia del suo animo oscuro.
“Viceré, voglio che questo fango essicato non mi compaia mai più davanti. Ciò che è successo è sconveniente. Dobbiamo accelerare i piani. Cominciate a sbarcare le truppe.””
Da abile mercante Gunray diffida dell’avventatezza del suo interlocutore “Milord, tutto ciò è legale?”
“Io lo renderò legale.”” tuona Sidious.
” E i due Jedi ?”
“Il Cancelliere non doveva coinvolgerli. Uccideteli subito.”
“Sì, sì Mylord. Come desiderate.” Gunray s’inchina in segno di obbedienza mentre l’ologramma svanisce.
Un’altra informazione inquietante: Sidious lascia chiaramente intendere di essere ben introdotto nelle alte sfere della politica a Coruscant, capitale della Galassia e sede del Senato. La personalità sfuggente di questo individuo viene mostrata in tutta la sua tragica pericolosità, ed alza il livello di apprensione nello spettatore.
L’ordine di Sidious viene eseguito immediatamente.
I vascello con le insegne della Repubblica viene distrutto e tutto fa pensare che la Federazione si stia attrezzando per eliminare gli Ambasciatori; ma i Jedi percepiscono la tragedia appena consumatasi nell’hangar e si attivano per sopravvivere alle esalazioni di biossido sguainando le rispettive spadelaser.
È la prima scena di lotta, e già la superiorità dei due Jedi è evidente; in assoluta minoranza numerica, ma con una padronanza della Forza impressionante, essi sbaragliano tanto la pattuglia di droidi da battaglia voluta dal Viceré per sbarazzarsi dei loro presunti resti, quanto le pattuglie accorse in seguito nel vano tentativo di eliminarli.
I Jedi si battono con un’agilità ed una velocità che nel giovane Kenobi rasenta a sprazzi l’arroganza.
È l’effetto della straordinaria nuova tecnica di combattimento Jedi creata dall’esperto Nick Gillard per il film. Una tecnica che lascia il pubblico senza fiato e lo fa inneggiare alla vittoria anzitempo.
Gunray è invece nel panico, e per suo ordine la plancia viene blindata con triple porte a prova di laser.
La cosa non sembra fermare il Maestro Jinn, che fedele al proprio temperamento selvaggio inizia letteralmente a fondere le porte con l’ausilio della spadalaser, fermamente intenzionato a risolvere la questione tralasciando la diplomazia.
Kenobi sta spalleggiando il suo Maestro abbattendo ogni droide gli si avventi contro, quando a
difesa del Viceré vengono schierati i Droidekass: potenti macchine da sfondamento dotate di scudo deflettore.
I Jedi non possono penetrare quegli scudi, possono solo deviare ad oltranza i loro colpi.
La situazione di stallo li persuade perciò a desistere e trovare velocemente una via di fuga.
Riemergono poco dopo dal condotto di areazione in un hangar sterminato carico di navi da guerra e droidi de battaglia.
I Jedi ne restano sinceramente turbati.
“È un esercito da invasione.”
Sfortunatamente la valutazione di Obi-Wan è corretta.
“È una strana mossa per la Federazione del Commercio.” Jinn fatica a trattenere la preoccupazione per quanto sta osservando… “Bisogna avvisare i Naboo e metterci in contatto con il Cancelliere Valorum. Separiamoci. Ci nasconderemo su due navi diverse per rincontrarci sul pianeta.”
“Su una cosa avevi ragione, Maestro: il negoziato è stato davvero breve.”
Sorprende la serena concentrazione dei Jedi di fronte a una situazione di crisi potenzialmente devastante. Il loro approccio è tanto in pace e in equilibrio con gli eventi quanto subdola e maligna viene percepita la manipolazione eseguita da Sidious.
Gunray è ancora sotto shock in plancia di comando quando una comunicazione da Naboo diretta a lui viene mostrata in videoconferenza, e la minuta figura di una fanciulla sontuosamente impaludata in abiti regali appare.
Il Tenente Ruune Haako la riconosce. “È la Regina Amidala in persona ! ”
“Finalmente qualche risultato.” sibila tra se Gunray prima di rivolgersi in tono falsamente cortese all’interlocutrice…
“Di nuovo venite davanti a noi, Altezza !”
“Sarete meno contento quando sentirete ciò che ho da dirvi, Viceré. Il vostro boicottaggio del nostro pianeta è finito.”
“Io non sono al corrente di questo fallimento.”
“Ho saputo che gli Ambasciatori del Cancelliere Supremo sono venuti da voi e che avete avuto l’ordine di raggiungere un accordo.””
“Io non so nulla di nessun Ambasciatore ! Penso che Voi vi sbagliate.”
“Attento, Viceré. La Federazione ha esagerato, questa volta.””
“Noi non faremmo mai nulla senza l’approvazione del Senato !Voi presumete troppo !”
” Lo vedremo.” si congeda severa la Regina.
Non appena la comunicazione svanisce, Haako si fa avanti al suo Signore.
“Ella ha ragione. Il Senato non approverà mai.”
“È troppo tardi, ormai.”
“Credete che lei si aspetti un attacco?”
“Non lo so. Ma dobbiamo far presto ad impedire ogni comunicazione, laggiù.”
L’entrata in scena della Regina Amidala è singolarmente potente: un mix straordinario di autorevolezza delicata e forte determinazione ad ergersi in difesa della sovranità violata di Naboo.
Il suo approccio sofisticato e cortese non deve trarre in inganno: c’è in lei tutta l’impavida aggressività di Leila Organa.
Come la principessa di Alderaan in Episode IV terrà testa al Sith Fener ben conscia del suo potere oscuro e del destino che la attende, così Amidala affronta con fermezza il potente carceriere del suo mondo; sapendo che l’altro non arretrerà, non così facilmente; benché a differenza di Leila ella sia del tutto inconsapevole di essere parte di un piano di vendetta ordito da un Sith.
La Regina è poco più che una giovinetta, ma il suo peso politico si rafforza man mano che si oppone e tiene testa alla pressione psicologica esercitata da Gunray.
Il Neimodian invece incarna perfettamente l’atteggiamento degli odierni Poteri dell’Economia Globale: sa perfettamente di commettere un delitto contro i Diritti di un Mondo Sovrano, ma persegue sulla propria strada scacciando i sensi di colpa nel nome del profitto aggressivo; procedendo come un rullo compressore che una volta attivato manda in pezzi tutto quanto è dignità, diritto, bellezza. “È troppo tardi ormai” è la sua egoistica obiezione all’invito alla prudenza di Haako.
La sua logica si riassume in una sola parola: sopraffazione.
Gli effetti devastanti di questa deriva morale saranno mostrati con drammatica incisività da George Lucas nei prossimi Episode II e III, rimarcando una volta di più che di infantilistico e melense in questa Trilogia dei Prequel c’è soltanto lo stile narrativo, che identifica da sempre STAR WARS e apparentemente avvicina La Saga più al concetto di favola che non a quello di Fantascienza.
Ciò che spiazza e sorprende dopo lo smarrimento iniziale è soprattutto lo sviluppo del gioco politico che sta alla base della storia.
Finora la Trilogia Classica aveva solo sfiorato questo tipo di tema: tutto era stritolato nella morsa del tiranno, il tempo dei negoziati non era mai cominciato e la guerra tra Alleanza e Impero si combatteva lungo la frontiera sterminata e selvaggia della galassia; probabilmente all’insaputa dei mondi del Nucleo Interno, dove la censura del regime controllava l’informazione per azzerare il consenso popolare verso la ribellione.
I metodi della sopraffazione sono sempre gli stessi, che il teatro della lotta sia la galassia lontana lontana o il nostro piccolo mondo.
La Trilogia dei Prequel mostra invece le fasi politiche attraverso cui la Deriva Morale sacrificherà la Repubblica sull’altare dell’egoismo.
La lunga agonia della democrazia viene narrata sotto i nostri occhi increduli attraverso lenti ma inesorabili passi; una discesa agli inferi che iniziata su Naboo spalancherà al tiranno le porte del Senato Galattico accecando il Consiglio Jedi e avvelenando tutto quanto prospera sotto la sua tutela: la Forza , la Giustizia, la Libertà.
Una visione drammatica attenuata solo dal taglio spesso integrale di molte sequenze politiche, specialmente in Episode II e III; sequenze che, se inserite nei film, avrebbero aiutato a riconoscere e vivere in tutta la sua gravità la sistematica costruzione del crollo della Repubblica, l’ascesa inesorabile dell’Impero e la morte della Libertà.
La narrazione di Episode I inizia dunque mostrando lo spaccato di questa tragedia fatalmente in atto nella Sala del Trono nel Palazzo Reale di Naboo, dove la Regina Amidala presiede con i suoi Ministri un drammatico Consiglio.
Tutte le sue speranze risiedono nelle notizie che via ologramma lo sconcertato Senatore Palpatine sta tentando di comunicare tra un’infinità d’interfetenze.
Pochi istanti e il collegamento s’interrompe del tutto.
La sequenza introduce per la prima volta la figura di Palpatine: Senatore di Naboo singolarmente cortese e anche un po’ sprovveduto che balbetta frasi scontate nel vano tentativo di mascherare la propria impotenza e inadeguatezza in un momento tanto critico.
Fa sorridere soprattutto la pronuncia del suo nome nel doppiaggio italiano: Palpatain. Un assurdo tentativo di modificare l’imbarazzante ( per noi italiani ) pronuncia originale: Pàlpatin, con l’accento sulla prima a.
Fortunatamente la pronuncia di questo nome verrà doppiata correttamente nei film successivi.
La drammatica scomparsa di Palpatine dalla vista del Consiglio su Naboo getta spettatori e protagonisti nello sconforto.
Sio Bible, governatore di Naboo, preannuncia che il sabotaggio delle comunicazioni possa essere solo il preludio all’invasione.
Il Capitano Panaka valuta la situazione pericolosa.
“I nostri volontari della sicurezza non potranno opporsi a un agguerrito esercito della Federazione.”
La Regina ascolta imperturbabile le considerazioni agitate del primo e raggela con uno sguardo severo le ovvietà del secondo.
“Non accetterò una linea di condotta che ci conduca alla guerra.”
La determinazione di Amidala nel caos che precede l’invasione è spiazzante, e sottolinea la grande levatura politica della Sovrana.
Tutto questo avviene mentre dallo spazio enormi navi da trasporto truppe già calano sul pianeta, planando sulle valli e tra le praterie di Naboo.
L’inizio dell’invasione terrestre terrorizza gli animali selvaggi dei boschi, che fuggono impazziti davanti ai pesanti mezzi overcraft mentre abbattono al loro passaggio la vegetazione secolare.
In mezzo a loro si distingue un Jedi altrettanto desideroso di mettersi al sicuro. È Qui-Gon Jinn.
Peccato che i suoi piani vengano intralciati da una curiosa creatura: un indigeno bipede dalle orecchie lunghissime immobilizzato dal terrore proprio davanti a lui.
A nulla valgono le grida di Jinn perché si tolga di mezzo. Con un urlo stralunato l’indigeno gli si avvinghia letteralmente al collo.
Solo la compassione spinge il Jedi a gettarsi al suolo sullo sventurato, proteggendolo quando l’overcraft passa su di loro sfiorandoli.
La goffa creatura è un giovane maschio di razza Gungan che si esprime in un idioma fantasioso ispirato alla lingua messicana e non intende abbandonare il suo salvatore già in fuga.
“Ehi, spetta! Oh, mui-mui io te amo!”
“C’hai quasi fatti ammazzare. Sei senza cervello ?”
“Ma io parle !”
Jinn è seccatissimo. “La capacità di parlare non fa di te un essere intelligente. Ora vedi di filare.”
“No, no ! Mi va restar ! Mi me chiama Jar-Jar Binks. Mi aqui por servirte.”
“Non sarà necessario.” taglia corto Jinn.
“Oooh, ma lo es ! Esta es la voluntà di Dei !” gli tiene dietro l’indigeno.
Il Jedi ha fretta. Il suo trasporto lo ha sbarcato in un’area paludosa e la Capitale è dall’altra parte del pianeta.
È probabile che le sue percezioni gli indichino che anche Obi-Wan è sbarcato in zona, e lo stiano guidano verso il giovane Padawan il più velocemente possibile; ma si tratta di ipotesi, perché il film non dà indicazioni al riguardo.
Si tratta di un impercettibile buco di trama di cui ci si accorge solo dopo qualche visione in più del film, quando si è meno coinvolti dall’azione.
Di certo Jinn deve affrettarsi a ricongiungersi a Kenobi evitando di dar corda al Gungan, per scaricarlo e riprendere rapidamente la sua missione verso Theed Cosa facile a dirsi ma impossibile a farsi quando il Gungan in questione si chiama Jar-Jar Binks !
Il rombo di un aerobike federale allerta Jinn proprio mentre Obi-Wan emerge dal bosco a tutta corsa, bersagliato pesantemente dal nemico.
Stavolta la velocità dell’azione non basta a mascherare la falla, e ci si comincia a chiedere come mai Kenobi fugga invece di affrontare il suo aggressore ! Ricordiamo tutti Luke Skywalker alle prese con lo stesso problema sulla luna boscosa di Endor, in Episode VI.
In assenza di fonti ufficiali si può solo ipotizzare che la spada del Padawan sia finita nella palude durante lo sbarco a Naboo, e che non essendo tecnicamente adatta all’uso subacqueo sia rimasta a lungo inutilizzabile a causa dei contatti completamente bagnati. Ma sono solo ipotesi dettate dalla logica di chi osserva.
Di certo Qui-Gon è chiamato a coprire la fuga del proprio Padawan in difficoltà; lo fa attivando la propria spadalaser, per attirare su di sè l’attenzione dell’inseguitore e permettere a Kenobi di mettersi al sicuro.
Ma i colpi deviati dalla spadalaser terrorizzano nuovamente Jar- Jar.
E mentre le grida isteriche dell’indigeno si levano nel bosco, il Jedi lo spinge per terra e affronta il droide all’attacco davanti a se’ distruggendolo.
Binks riemerge frastornato.
“Tu salva me ancora !”
Obi-Wan è salvo e scruta divertito il Gungan .
“Cos’è questo ?!”
Jinn non ha tempo per fare le presentazioni.
“Un indigeno. Andiamocene di qui, prima che arrivino altri droidi.”
“Altri ?!ALTRI tu ha parle’ ?!” Jar-Jar è basito, ma non fa in tempo a prendere coscienza della situazione che già i due Jedi si allontanano. Allora li rincorre. “Eschiuseme ! Ma lo mas seguro posto… io pienso Gunga City ! Là dove io cressiuto !È la City nasquesta !.
L’informazione arresta la corsa dei Jedi.
“Una città !? Ci puoi portare ?” Jinn intravede la possibilità di trovare lì un aiuto insperato.
Il Gungan però si rattrista.
” A bien pensar no. No, io non posso. No.”
“NO ?!.”
“.Es imbarassante, ma io Mi so estrado miesso a bando. Mi dimentica.
I Bosses fa a me scios terribilus, terribilissimus, se io ritorna là.”
Ma anche terribili rumori di macchine da guerra si avvicinano.
“Lo senti questo ?” lo incalza il Maestro Jinn “Questo è il suono di mille cose terribili che vengono qui.”
“Se ci trovano ci schiacciano. Ci stritolano in mille pezzettini.” rincara la dose Obi-Wan “Ci spazzano via dall’universo.”
Jar-Jar riflette.
“Ah, tu estado maxi chiaro.” farfuglia. Poi un guizzo spaventato gli illumina lo sguardo. ” Da esta parte, corri!” esclama svignandosela sotto gli occhi divertiti dei Jedi.
Figura davvero dolce e malinconica quella di Jar-Jar, che incarna il diverso in tutte le sue forme e patisce l’ostilità del mondo nei suoi confronti.
Diverso perché goffo, o tonto, o semplicemente privo di malizia, Binks viene talmente sovraesposto nella sua inadeguatezza convulsiva, da risultare quasi molesto agli occhi dei fans. Ma questo non è un buon motivo per bocciare il personaggio su tutta la linea; e dispiace constatare come la compassione mostrata dai personaggi di Episode I verso questa creatura fragile e sola non abbia trovato corrispondenza di sentimenti tra molti fans di STAR WARS.
Non ha attecchito il messaggio di Lucas: un invito alla tolleranza nei confronti del diverso, che nel contesto del suo film viene malgrado tutto scusato, accettato, protetto ed aiutato a superare le proprie insicurezze.
A causa del forte astio montato dopo il film nei confronti di questo personaggio, Lucasfilm ridimensionerà fortemente il ruolo di Jar-Jar nei film successivi. La scelta della produzione accontenterà stampa e fans, privandoci purtroppo del piacere di conoscere nei dettagli il percorso di crescita privato e professionale immaginato da Lucas per lo sfortunato ex co-protagonista Gungan.
Promosso Delegato di Naboo al fianco di Amidala nel Senato Galattico di Episode II, Jar-Jar sarà nel film poco più che una vivace comparsa, ammesso nella casa privata e tra gli affetti più cari della Senatrice; un prescelto nonostante tutto, una creatura buona e ingenua che in seguito al forzato allontanamento di Amidala da Coruscant resterà nuovamente sola ed indifesa.
Senza più una guida, Jar-Jar diverrà l’inconsapevole pedina abilmente manipolata attraverso cui passerà l’ultimo atto democratico compiuto dalla Repubblica morente: il Decreto di Fondazione di un Esercito che darà il via alle Guerre dei Cloni e farà assumere a Palpatine pericolosi poteri.
Resta fatto degno di nota che se il Decreto non fosse passato Kenobi, Anakin e Padmè sarebbero morti nell’arena di Geonosis; come degna di nota resta l’assoluta mancanza di indagini Jedi sull’esercito di cloni spuntato come per magia su Kamino.
Ma naturalmente è più facile dare addosso a una creatura mite e sacrificabile piuttosto che accreditare le responsabilità del fallimento alla cecità del Consiglio Jedi.
Il ruolo del Delegato Binks si esaurirà in questo film, riducendosi ad una fugace apparizione in Episode III, nelle tristi sequenze del funerale su Naboo.
Il suo “Caso” rappresenterà la prima forte ingerenza del Sistema Critica-Stampa-Fans all’interno della Produzione STAR WARS targata Lucas.
Tornando al Binks di Epidode I, la generosità del personaggio emerge in questo film alla pari della sua goffaggine. Il Gungan conosce i rischi che corre nel tornare al luogo natio dal quale è stato bandito; malgrado questo, e soprattutto per il debito di vita che sente di aver contratto con Jinn, egli conduce i due Jedi fino alla magnifica città sommersa dei Gungan: Otoh Gunga. Meravigliose le sue strutture a sfera trasparenti decorate in stile Art Deco’. La luce calda che dal loro interno si diffonde fa pensare ad un luogo di perfetta simbiosi con la natura subacquea in cui esiste; e il pensiero dei meno giovani torna all’eterea casa sul lago incantato della Fata Turchina: nel “Pinocchio” di Comencini.
Ma a Otoh Gunga i tre vengono presto fermati: il ritorno di Jar-Jar coi suoi accompagnatori non è gradito al suo popolo, e i due Jedi vengono condotti davanti al Consiglio cui fa capo Boss Nass; alle spalle dei Jedi, l’indifeso Binks si ritrova spaventato e ammanettato tra due guardie.
Nass non è ben disposto verso i nuovi arrivati; meno che mai verso la cortesia di Qui-Gon.
“Vus aqui’ non può star. Sed armada di macchine es lassiopra, es IOR problema.”
“Un esercito di droidi sta per attaccare i Naboo: dobbiamo avvertirli !”
“Naboo va no a genio di nos. Di Naboo credes alles furbus. Crede lor cerebros so big.”
Il rancore di Nass nei confronti dei Naboo è esplicito: secoli di incomprensioni e assenza di contatti hanno tracciato un solco profondo tra i nativi guerrieri Gungan e i sofisticati colonizzatori umani che ora si considerano Naboo. Accade, quando non si coltiva stima e rispetto tra le molteplici civiltà con cui si condivide un mondo; è accaduto nel passato del nostro mondo; accade drammaticamente nel nostro tempo.
Ora quest’assenza di condivisione sta facendo sentire il suo peso. E a nulla vale il tentativo estremo di Obi-Wan di far ragionare Nass.
“Voi e i Naboo formate un cerchio simbiontico! Ciò che accade agli uni ha effetto sugli altri; dovete capirlo questo!”
“A nu niente ne frega di siè che accade a Naboo.” si altera Nass.
“Concedici dunque di ripartire.” Jinn comprende che non è il caso d’insistere oltre, e il vago movimento della sua mano suggerisce che sta muovendo la Forza per uscire da quella situazione potenzialmente ostile.
Il risultato diviene subito evidente nell’improvvisa quanto poco amichevole disponibilità di Nass.
“Mi vu concede de sparire de aqui’ !”
L’ostile cortesia del Gungan non infastidisce il Jedi, che si sta concentrando per trovare il modo di raggiungere Theed il più velocemente possibile.
“Possiamo usare un mezzo di trasporto ?”
La richiesta è alquanto secca, ma Nass neanche se ne accorge e con soave benevolenza dona ai Jedi un Bongo: il più veloce mezzo per raggiungere i Naboo passando attraverso il centro del pianeta. “Ora, vu ite.”
“Grazie del tuo aiuto: andiamo in pace.” si congeda frettolosamente Qui-Gon, augurandosi con Obi-Wan che il Bongo sia per lo meno un trasporto moderno !
Sono lì lì per andare, quando Jar-Jar si sporge preoccupato verso i Jedi.
“Lui voi teso trappola. Passar pur centre di pianeta grosso perigulo. Certo uno che aiuta vu Me ?”
Jinn lo guarda compassionevole; malgrado Kenobi gli ricordi che hanno poco tempo, prova della riconoscenza verso l’indigeno che ha tentato di aiutarli sapendo di rischiare la prigione.
Un attimo dopo già torna sui suoi passi e muovendo ancora la Forza si rivolge a Nass.
“Che cosa sarà di Jar-Jar Binks, ora ?”
“Elo va esser piunido !”
“Io gli ho salvato la vita. Egli mi deve ciò che chiamate Un Debito Di Vita. I vostri Dei vogliono che la sua vita appartenga a me, ora.”
Nass ha un sobbalzo.
“BINKS !!! Tu ha Debito De Vita con esto tizien ?!?”
Jar-Jar osa solo farfugliare un timido “aha”
La decisione di Nass è immediata e ruggente.
“Porta via Elo.”
Un istante dopo Jar-Jar viene liberato e si affretta a seguire i due Jedi tutt’altro che silenziosamente.
Davvero magica l’atmosfera in cui Lucas immerge il Consiglio Gungan: sembra di essere in un luogo tanto incantato quanto severo.
Peccato per la caratterizzazione imbarazzante di Nass: un leader di stazza imponente che quando gioisce si abbandona a comiche vibrazioni della testa e della bocca che producono sbrodolamenti continui.
La simpatia trasmessa da Nass abbassa certamente la tensione emotiva degli spettatori grandi e soprattutto piccoli, ma interrompe la costruzione di un momento drammatico per Naboo.
Poco dopo un Bongo si allontana dalla città sommersa con a bordo i due Jedi e Binks.
Il trasporto si rivela essere un mezzo anfibio molto versatile e veloce, specialmente sotto la guida sicura di Kenobi.
Comincia da questo momento un lungo ( troppo lungo ! ) viaggio tra gli abissi di Naboo in cui nulla ci viene risparmiato della fauna acquatica, dei problemi elettrici del Bongo che rischiano di annegarli, e nemmeno degli schiamazzi terrorizzati ( davvero fastidiosi ! ) del povero Jar-Jar.
Tutto avviene mentre le droidi armate della Federazione raggiungono Theed e circondano il Palazzo Reale sotto lo sguardo tristemente impotente di una solitaria Amidala.
Gunray prende possesso trionfalmente della città.
Poco lontano il Bongo Gungan emerge dagli abissi nel bel mezzo del Gran Canale che attraversa la Capitale, offrendo un colpo d’occhio che ricorda il romantico skyline della nostra Venezia.
Dal trasporto emergono i Jedi Qui-Gon Jinn e Obi-Wan Kenobi, che sbarcano immediatamente assieme allo stupefatto Binks.
La sequenza è stata ridotta di parecchio.
Nella sua versione integrale mostra uno sbarco tutt’altro che tranquillo, col Bongo trascinato inesorabilmente dalla corrente verso le vicine cascate.
Nella sequenza integrale i due Jedi si salvano dalla furia della corrente aggrappati ad un cavo arpionato da Jinn nella roccia.
Si vede inoltre Jar-Jar disperato, ancora una volta incapace di agire e di abbandonare il Bongo prossimo alla caduta; l’indigeno è a tal punto nel panico da non riuscire a fiatare nè a tuffarsi; è una creatura spaventata come se ne vedono durante i naufragi o le alluvioni, aggrappate a un’improbabile ancora di salvezza che le porterà a morte certa.
È l’incitazione di Jinn a dare al Gungan il coraggio di tentare il salto; un’oscillazione improvvisa del Bongo fa il resto precipitandolo sott’acqua, da dove le sue doti anfibie gli consentono di vincere la corrente e raggiunge la riva per ricongiungersi ai Jedi.
Sequenza davvero bella che illustra l’inizio della crescita di Jar-Jar; una maturazione possibile, se ben guidata e incoraggiata.
Il Gungan non è tonto; è solo insicuro, ed ha bisogno di qualche iniezione di fiducia in più per superare le sue paure.
Peccato che la scena sia stata fortemente tagliata, per venire incontro al desiderio di Lucas di contenere la durata del film entro i 120 minuti. Un problema che assillerà il produttore e regista per tutta la Trilogia dei Prequel, e che lo porterà a eliminare dai futuri film sequenze importantissime, gran parte delle quali legate alla politica di Padmè Amidala:
• da Episode II:
Coruscant – Il potente intervento politico di Amidala al Senato contro la fondazione di un esercito della Repubblica, subito dopo l’attentato dal quale è uscita indenne all’inizio del film.
Geonosis – Il tentativo fallito della Senatrice di mediare presso il Conte Doku il rilascio del Maestro Kenobi prigioniero dei Separatisti di cui Doku è il leader.
• da Episode III:
Coruscant – Dopo la sconfitta dei Separatisti, Amidala guida la delegazione che presenta a Palpatine la Petizione Dei 2000, con la quale chiede al Cancelliere la remissione di tutti i poteri superiori conferitigli dal Senato durante la crisi.
Coruscant – Dopo il rifiuto di Palpatine a rimettete i poteri, Amidala aderisce al segreto movimento leale alla Repubblica del Senatore Baill Organa, che si propone di ostacolare la deriva di sospetto autoritarismo intrapresa da Palpatine; a questo movimento ha aderito anche la Senatrice Mon Mothma; esso costituisce l’embrione della futura Alleanza Ribelle; Padmè è obbligata a tacere ad Anakin in quanto Jedi la scelta rivoluzionaria appena compiuta.
Coruscant – Nell’attico privato di Padmè Amidala si svolge il consiglio della segreta Alleanza, in cui si parla esplicitamente del tradimento di Palpatine e della necessità di tenere fuori i Jedi dall’organizzazione, poiché su costoro ricadono gli stessi sospetti; Padmè chiede ancora una volta di poter informare della cosa un Jedi ad ella carissimo, ma non viene autorizzata. Il Jedi di cui parla è Anakin, e non saprà mai del coinvolgimento di Padmè nell’Alleanza.
Ma la Amidala di Episode I, giovane e inesperta, per il momento deve sottostare all’arresto per mano del Viceré Nute Gunray.
Il Neimodian scorta personalmente la Regina ormai destituita giù per lo Scalone del Palazzo Reale e verso la prigionia.
Del gruppo agli arresti fanno parte le quattro ancelle di Amidala ( tra cui Sofia Coppola e soprattutto una giovanissima Keira Knightley, nel ruolo della fedele guardia del corpo della Regina.), il Governatore Sio Bible e il Capitano Panaka.
“La Regina ed io firmeremo un Trattato che legittimerà la nostra occupazione. Sono sicuro che verrà ratificato dal Senato.”
L’arroganza di Gunray non ha limiti, ma Amidala non si lascia impressionare.
“Io non collaborerò.”
“Via, via, Altezza. Col tempo le sofferenze del Vostro popolo V’indurranno a capire le nostre ragioni.” sostiene l’invasore un istante prima di consegnare i prigionieri ai droidi “Procedete contro di loro.”
La Sovrana si avvia al suo destino senza degnarlo della minima considerazione; anche questo atteggiamento ripotra alla memoria la ben più spartana Leila di Episode IV, quando viene consegnata da Fener agli stormtrooper per essere tradotta agli arresti.
Ci penseranno i due Jedi, che nel frattempo hanno identificato i prigionieri lungo i viali nei giardini del Palazzo, a liberarli dei droidi di scorta nel corso di un agilissimo agguato.
Anche Jar-Jar vorrebbe fare la sua parte, ma resta impigliato penzoloni sotto il pergolato; di lui arrivano solo imbarazzanti schiamazzi.
Con la Regina e il suo seguito finalmente liberi, Qui-Gon presenta se stesso e Kenobi come gli Ambasciatori del Cancelliere Supremo.
“Il nostro Negoziato non ha mai avuto luogo. Dobbiamo metterci in contatto con la Repubblica. È urgente.”
“Questo è impossibile. Le nostre comunicazioni sono tutte fuori uso.” lo informa Panaka.
“Allora dobbiamo prendere un trasporto, e tentare di raggiungere la Capitale.”
Improvvisamente la necessità di lasciare Naboo diventa un fatto prioritario per Jinn.
La situazione sta rapidamente precipitando, perciò il Jedi accoglie con sollievo l’offerta di Panaka: la Nave Reale ancorata nell’hangar principale del Palazzo; sfortunatamente è anch’essa piantonata dai droidi, e il suo equipaggio tenuto sotto tiro.
Per l’Ufficiale Naboo sono in troppi, ma per i Jedi non è un problema.
La vera preoccupazione di Jinn è per la Regina.
“Altezza, date le circostanze, suggerisco che veniate a Coruscant con noi.”
“Grazie, Ambasciatore . Ma il mio posto è qui con il mio popolo.”
“Vi uccideranno, se restate.” insiste Jin; quando Panaka lo informa circa il Trattato che la Federazione vuole estorcere ad Amidala, Jinn non ha più dubbi…
“C’è qualcos’altro dietro tutto questo, Altezza. È illogico che la Federazione venga fin qui. Io sento che vogliono distruggerVi.”
“Sia l’una che l’altra scelta sono assai pericolose. Per noi tutti.”
Amidala pronuncia questa frase cercando insolitamente l’approvazione negli occhi di un’ancella a lei vicinissima.
La fanciulla annuisce calma rassicurando la Sovrana.
“Noi siamo coraggiosi, Altezza.”
Qui-Gon insiste pacato.
“Se dovete partire, Altezza. Dovete farlo ora.”
“Sottoporrò il nostro caso al Senato.”
La decisione di Amidala implica necessariamente che il Governatore Sio Bible resti a Naboo in sua vece.
Il corteo reale si muove immediatamente e guadagna l’hangar; davanti alla Regina i due Jedi costituiscono uno scudo invalicabile per le armi dei droidi da battaglia che però ancora non procedono contro di loro.
Jinn porta la Regina fin sotto la rampa d’accesso alla nave, dove si libera del picchetto mentre la Sovrana sale a bordo; Kenobi fa altrettanto coi droidi a guardia dell’equipaggio.
In questa sequenza l’agilità dei Jedi galvanizza ancora una volta il pubblico: nulla ci ha preparato a tali ed impensabili abilità nell’era dorata della Repubblica.
E l’azione continua; allietando gli spettatori con sequenze di una fuga al cardiopalma nel classico Stile Star Wars
La Nave Reale decolla e già punta verso lo spazio aperto, dove la aspetta il blocco armato che circonda il pianeta.
Sempre più vicine, le navi della Federazione aprono il fuoco proprio mentre Kenobi sale in plancia per unirsi all’equipaggio.
L’elegante nave viene bersagliata da colpi non letali, ma perfettamente capaci di danneggiarla facilitandone la cattura. Uno di essi centra il bersaglio con precisione chirurgica e fa saltare la sola difesa del vascello…
“Il generatore deflettori!”
L’allarme del comandante Rick Oliè attiva immediatamente tre droidi astromeccanici nella stiva del vascello. La loro rapidità di azione viene intralciata solo dalla presenza del maldestro Jar-Jar nella stiva; e l’ultimo droide si assicura di farglielo capire con una logorrea irritata di fischi.
I fans drizzano le antenne: quello sembra proprio il caratterino di C1P8 ! E in effetti è proprio lui !
Nel 1999, ormai potente produttore di fama internazionale, Lucas può permettersi d’imporre che i nomi dei personaggi siano a livello globale quelli da egli creati per la Saga; di conseguenza da questo film in poi C1 e la sua controparte D3BO sfoggeranno i loro nomi originali: R2D2 e C3PO.
Lucas non l’avrà vinta in Italia per i nomi di Vader, Leia e Luke: i primi due resteranno Fener e Leila, il terzo subirà ancora l’inaccettabile pronuncia del suo nome che dall’originale Luc diventa Liuk come il gelato.
Dunque l’unità R2 è l’ultima a raggiungere i compagni sulla fusoliera dello scafo, ma recupera rapidamente il tempo perduto mettendosi a lavoro sotto il fuoco nemico che già abbatte le prime due unità gemelle.
Il droide impertinente che ha strigliato Jar-Jar Binks proprio mentre usciva a fare il suo lavoro è ora l’unica speranza per i fuggiaschi.
“Deflettori fuori uso.”
L’analisi del Comandante non lascia scampo: sono perduti.
Ma il droide rimasto sulla fusoliera riesce in qualcosa d’insperato, e l’energia viene bypassata dal reattore principale.
I deflettori sono ora al massimo della loro potenza.
Finalmente inattaccabile il vascello sorvola e doppia le navi da guerra senza essere scalfito dal loro fuoco, allontanandosi a folle velocità verso lo spazio esterno.
Restano i danni importanti all’iperpropulsore, e quindi non c’è abbastanza energia per arrivare a Coruscant.
“Potremmo approdare da qualche parte per riparare la nave.” propone Jinn.
Una soluzione non nuova nell’Universo di STAR WARS: in Episode V Ian Solo, con lo stesso tipo di avaria sul Falcon, farà la stessa scelta puntando al vicino Bespin.
“Qui, Maestro: a Tatooine. È piccolo, remoto e povero. La Federazione del Commercio non ha alcun controllo qui.”
L’idea del Padawan lascia Panaka perplesso. “Come può esserne certo ?”
“È controllato dagli Hutt.” rivela Jinn.
Di nuovo un aggancio con la Trilogia Classica: Tatooine è la patria di Luke e Jabba The Hutt.
Le tessere del mosaico cominciano lentamente a ricomporsi, ma intanto Panaka si ribella ai Jedi…
“Non si può portare lì Sua Altezza Reale! Gli Hutt sono gangsters!”
“Sarebbe lo stesso se approdassimo su un Sistema controllato dalla Federazione. Con la differenza che gli Hutt non la stanno cercando. Il che ci avvantaggia.” lo fa ragionare Jinn.
Un Consiglio altamente criminale si sta svolgendo intanto a bordo dell’Ammiraglia Neimodian.
Ne sono protagonisti il Viceré Gunray, il Tenente Haako e in olo-conferenza il misterioso quanto impaziente Lord Sidious…
” E la Regina Amidala ? Ha firmato il Trattato ?”
La richiesta del Sith sembra sprofondare il Viceré in un baratro.
“Ella è scomparsa, MyLord. Una nave Naboo è sfuggita al nostro blocco.”
“AH ! Voglio la sua firma su quel Trattato.”
“MyLord è impossibile localizzare la nave! È fuori dalla nostra portata !”
“Non per un Sith.” gracchia Sidious mentre un guerriero oscuro emerge al suo fianco; è un maschio di razza Zabrak e il suo volto è tatuato con i segni terrificanti dei Sith. “Questo è il mio allievo, Darth Maul. Lui ritroverà la vostra nave smarrita.”
L’ologramma svanisce, e Gunray comincia a dibattersi stremato.
“La situazione si complica. Ora ce ne sono due di loro !”
“Non dovevamo stringete questo patto.”
Le parole di Haako hanno il sapore amaro della presa di coscienza, ed è forte la sensazione che i Neimoidian abbiano stretto un’alleanza scellerata con un individuo che si proclama Sith senza aver compreso la reale pericolosità della sua natura; anzi, si direbbe che lo abbiano decisamente sottovalutato.
Dal loro punto di vista i Sith sarebbero estinti da secoli; i Jedi vigilano sulla galassia da altrettanto tempo; non avrebbero motivo di temere un sedicente Signore Oscuro.
Ma l’apparizione di Maul pone i Neimodian di fronte alla tragica realtà: sono finiti in un gioco troppo grande per loro.
Ambivano al potere assoluto sulle rotte commerciali; ed ora il loro cammino verso la conquista del potere passa necessariamente attraverso la corruzione dell’anima diventando uno strumento nelle mani del pericoloso Sith che hanno consapevolmente scelto di servire.
In viaggio sulla rotta per Tatooine, la nave Naboo ospita un’insolita cerimonia: l’encomio della Regina al coraggio del droide astromeccanico R2D2, che riparando la nave ha salvato le loro vite.
Amidala incarica la sua ancella Padmè affinché ripulisca il droide, poi apprende dal Maestro Jinn che sono diretti a Tatooine, un pianeta remoto nell’Orlo Esterno: fuori dalla portata della Federazione.
Panaka non è d’accordo col Jedi, ma Jinn insiste.
“Dovete aver fiducia di me, Altezza.”
Per la seconda volta la Regina cerca lo sguardo di Padmè prima di decidere; ci si chiede a questo punto chi sia l’ancella: una consigliera? Un tutore? Un’analista al servizio della Sovrana ?
Di sicuro Padmè è molto più di una semplice ancella, visto come Amidala ne cerca il consenso prima di approvare la decisione del Jedi.
Più tardi, tra i ricambi della rimessa di bordo, Padmè si sta prendendo cura di R2, secondo la volontà della Regina.
È un colpo d’occhio davvero insolito, una sorta di deja-vu, perché ci ricorda che Luke Skywalker ha compiuto gli stessi gesti nel futuro di Episode IV, quando ripuliva C1 dalle incrostazioni al carbonio nella rimessa dello zio.
Una citazione così esplicita non può essere casuale, e ci scopriamo ad arrovellarci la mente per capire che legame possa mai esserci tra la misteriosa ancella di una Regina e il nipote di un contadino, figlio di un Jedi caduto e con un destino da Grande Maestro nella Forza.
La storia mostra l’umana Padmè aprirsi all’amicizia col tenero Jar-Jar, che le racconta con particolari coloriti come sia finito a bordo del vascello.
È l’inizio di un rapporto fatto di stima reciproca e sincera, che porterà Padmè a diventare la mentore e la protezione del Gungan.
Di lì a poco il viaggio giunge alla sua prima meta: Tatooine.
Le sequenze ambientate su Tatooine sono importantissime, perché presentano al pubblico il protagonista assoluto della Trilogia: Anakin Skywalker.
Tutto di questo mondo ci ricorda Episode IV, ma in questo film c’è una caratterizzazione infinitamente più precisa della cultura che lo popola: una cultura rude e spietata in cui cresce e si forma l’animo generosamente diretto di Anakin.
Dietro consiglio di Jinn la nave Naboo scende sul pianeta tenendosi fuori dal centro abitato, nei pressi di un insediamento civile chiamato Mos Espa.
Il vascello Reale ha bisogno di essere riparato, o non sarà in condizione di portare la Regina a Coruscant; ma è necessario non farsi notare.
Jinn si assume dunque il compito di uscire per procurarsi i pezzi di ricambio; confidando poco prima a Kenobi le sue preoccupazioni.
“Stai allerta. Sento un tremito nella Forza.”
“Lo sento anch’io, Maestro.”
“Bada che nessuno invii trasmissioni.”
Le parole di Jinn sono più che una raccomandazione al suo Padawan: sono l’ordine ad alzare il livello di sicurezza intorno alla nave in sua assenza, e dicono chiaramente che le persone sotto la loro protezione sono più che mai esposte.
Sono soli su un mondo non amico, e Qui-Gon sa che chi sta cercando la Regina è perfettamente capace di tracciare le loro trasmissioni.
Il Maestro Jedi parte alla volta della vicina Mos Espa portando con se’ Jar-Jar ed R2.
Ma la Regina è incuriosita dal pianeta ed ordina tramite Panaka che al gruppo si aggiunga la sua giovane ancella Padmè…. Ancora lei…
Il Jedi sembra in difficoltà; il porto spaziale non è un luogo piacevole in cui condurre l’ancella di Amidala; ma la Regina lo desidera, e Jinn non osa opporsi oltre.
La sequenza mostra un Qui-Gon decisamente più incupito rispetto all’inizio del film.
La sicurezza iniziale nelle proprie percezioni ha ceduto il posto alla prudenza e ad un ascolto più attento nella Forza; Qui-Gon è ora in perfetta sintonia col suo Padawan.
È in questo nuovo stato d’animo che il Jedi guida l’insolita comitiva di fuggiaschi tra le vie polverose ed assolate di Mos Espa, descrivendo la città a Padmè .
“Condensatori di umidità, in larga parte; qualche tribù indigena e molta feccia.
I rari porti spaziali come questo sono una manna, per chi non vuole farsi trovare.”
“Come noi.” deduce l’ancella.
Si percepisce l’angoscia opprimente dei fuggitivi dovuta ad una minaccia che potrebbe palesarsi da un momento all’altro… Non sono al sicuro, ma sono costretti a proseguire inoltrandosi in nuovi e sconosciuti pericoli, perché l’alternativa a questo viaggio può essere solo la resa e forse la morte.
Fanno da contrasto a questo perenne senso di angoscia le goffe mini-disavventure comiche e fracassone dell’emotivo Jar-Jar, sapientemente sparse lungo il percorso tra le vie, le bettole e i frequentatori di una Mos-Espa che ricorda fortemente la Mos Eisley di Episode IV.
Anche noi come i protagonisti ci sentiamo persi in un mondo che conosciamo, ma che ci viene mostrato da angolazioni così diverse da spiazzarci con un effetto deja-vu che accende l’attenzione.
In cerca dei pezzi di ricambio per la nave, i quattro giungono nel negozio del rigattiere Watto, un piccolo Toydorian blu alato e dall’aspetto trasandato con la passione per gli affari e le scommesse.
Il personaggio parla a voce alta e l’accento colorito assai simile a quello tipico del sud del nostro mondo; lo si percepisce da subito come individuo furbo, ma non pericoloso.
Watto li accoglie con un tonante “Borene novia!” che in Toydorian significa “Benvenuti”.
Jinn si fa avanti.
“Mi servono pezzi di ricambio per un J-3-2-7 nubiano.”
“Ah, si ! Nubiano: noi questo abbiamo!” Immediatamente lancia un richiamo nella sua lingua verso il cortile, e un ragazzino biondo dall’aria sveglia arriva di corsa dal retro.
Watto ci tiene a mostrare la propria autorità davanti agli stranieri, e lo fa ancora nella propria lingua, rimproverando il piccolo per aver tardato.
“Mi tasa cho pasa ! (Stavo pulendo il cortile !)”
Il ragazzo ha la risposta pronta mentre salta a sedere sul bancone; ma Watto non se ne cura, sente già odore di affari; gli ordina di restare di guardia al negozio, poi si concentra su Qui-Gon.
“Allora ! Tu segui me sul retro, eh ? Li tu trova quello che cerca.” assicura svolazzando nel cortile.
Jinn gli tiene dietro, avendo cura di strappare dalle mani del maldestro Jar-Jar un attrezzo afferrato dal Gungan tra gli scaffali polverosi.
“Non devi toccare niente.” lo rimprovera in un sussurro. Poi si allontana con Watto incurante delle boccacce di Binks.
Il ragazzino sul bancone quasi non si accorge della confusione creata da Jar-Jar; la sua attenzione è tutta per la dolce fanciulla che si guarda intorno spaesata in mezzo tanta moltitudine di attrezzi.
La scena sembra un altro deja-vu: l’atmosfera ricorda nell’ambientazione quella dell’ologramma di Leila, apparso sotto lo sguardo incantato di Luke tra gli attrezzi nella rimessa dei Lars, in Episode IV.
Anche in questo primo Prequel il ragazzino di Mos Espa guarda incantato una splendida visione, ma in questo caso la fanciulla è reale.
È il primo incontro tra due persone che resteranno legate nel bene e nel male per sempre e il Maestro John Williams sottolinea questo momento con note delicate, quasi fiabesche.
“Tu sei un angelo ?”
La domanda diretta sorprende Padmè, che resta ad ascoltare il ragazzino mentre la paragona agli Angeli delle Lune di Yego: le creature più belle dell’universo.
Le loro storie, ascoltate da mercanti e piloti di passaggio nella città, hanno acceso la fantasia del bambino che per qualche strano motivo ora vede quelle creature nella bellezza ancora acerba di Padmè.
“Anch’io sono un pilota, sai? E un giorno o l’altro me ne volerò via da questo posto.”
“Da quant’è che sei qui?”
“Da quando avevo pochissimi anni: tre, credo. Mia madre ed io fummo venduti a Gardula The Hutt; ma lui ci perse scommettendo ad una corsa di sgusci.”
“Sei uno schiavo !?!”
“Sono una persona, e mi chiamo Anakin.”
La dignità con cui il piccolo rivendica il proprio diritto ad essere considerato una persona denota una certa mancanza di tatto in Padmè, così indignata dalla gravità della scoperta da accorgersi troppo tardi di aver appena umiliato il bambino.
“Ti chiedo scusa. Sai, non capisco bene: quest’è uno strano posto per me.”
La confusione convulsiva che arriva dalla rimessa interrompe la conversazione.
Jar-Jar è in lotta con tre piccoli droidi meccanici in vena di dispetti. E ci vuole il suggerimento di Anakin per attivare il meccanismo che fa richiudere magicamente i droidi su se’ stessi.
Nel cortile sul retro del negozio, invece, è in corso una trattativa commerciale a cui Watto tiene parecchio.
“Iperpropulsore AT-14 ? Tu fortuna ha! Io solo ha uno da queste parti ! Ma tu fa prima a comprare nuova nave, io credo, eh ? Ha-ha-ha! A proposit di quì chi va a pagar per tutto questo, eh?”
“Io ho 20.000 Datarie della Repubblica.”
Watto si acciglia.
“Crediti della Repubblica!?! Crediti così non ha valore, qui! Io vuole cosi più concreti.”
Jinn non si scompone.
“Io non ho altra valuta, ma quei Crediti vanno bene. ” dice suadente, muovendo la mano verso il Toydorian per muovere la Forza.
“No, per niente.” sbotta Watto.
“Quei Crediti vanno bene.” ripete Jinn.
“No, per niente! Cosa credi che tu sei, un Jedi, che muovi così con tua manina? Io Toydorian: trucchi di mente non attacca con me, solo money. No money, no ricambi, no niente. Qui no alto hai per iperpropulsore AT-14. Parola.”
Le cose non si mettono bene per Jinn, che si ritira davvero infastidito: la missione sta incontrando innumerevoli difficoltà e persino le creature più insignificanti dell’universo gli si stanno rivelando ostili.
Prima i Neimodian, poi i Gungan ed ora il rigattiere Toydorian. Tutti sembrano parte di un curioso “gioco” della Forza che lo sta portando su una direzione obbligata.
Il suo ritorno in negozio coglie Binks nel pieno di un’esibizione da maldestro giocoliere.
“Ce ne andiamo.” ringhia Jinn. “JAR-JAR.” tuona infastidito, uscendo.
Padmè cerca frettolosamente con gli occhi il ragazzino, mentre arretra verso l’uscita. “Piacere di averti conosciuto, Anakin.”
“Piacere mio di aver conosciuto te.” risponde il piccolo.
Un istante dopo la fanciulla di cui non sa neppure il nome è già fuori dalla sua vita.
Anche Watto è infastidito per non aver concluso la vendita, e ringhia nella propria lingua sfogandosi con Anakin.
“Bleaah.Tutti uguali gli stranieri. Ci prendono per cretini.”
“A me erano simpatici.”
“Muoviti, simpatico. Finisci di pulire dietro. Poi vai a casa.”
Anakin esulta correndo nel retrobottega.
Watto sembra un padrone comprensivo, in fondo.
Fuori dal negozio, in un anfratto ombreggiato, Qui-Gon si sta già consultando via comlink con Kenobi; è alla ricerca di soluzioni praticabili per l’acquisto dei ricambi, ma il Padawan non ha buone notizie per il suo Maestro; a parte il guardaroba della Regina, non c’è nulla di valore a bordo da poter scambiare per pagare Watto.
In questo momento la sensazione di pericolo, abbandono ed impotenza riesce a bucare lo schermo e raggiunge la coscienza degli spettatori proprio mentre Jar-Jar fa il punto della situazione:
“Abitantes de aqui’ es pazzoides ! Loro noi deruba e pesta noi !!!…”
“Io non credo, non abbiamo nulla di valore: è questo il problema.” Jinn sa tuttavia che in un posto dove feccia e mercato nero sono la regola, le probabilità di restarvi intrappolati sono alte per chi non ha mezzi come loro. Tuttavia il Jedi è ottimista: presto si presenterà l’occasione a loro favorevole; e proprio come il Ben Kenobi di Episode IV, Jinn sceglie di portare i suoi compagni di sventura nel centro corrotto di Mos Espa: il Mercato.
Il torbido cuore pulsante della città può offrire opportunità impensabili da cui trarre alleanze vantaggiose.
Ma il mercato è anche costellato di tavole calde da cui si sprigionano profumi invitanti che risvegliano la fame; un bisogno difficilmente colmabile quando si è braccati, senza valuta e in terra straniera.
La fame induce il maldestro Binks a dimenticarsi rapidamente della feccia che frequenta la città; e così della cacciagione sottratta furtivamente dal Gungan a un venditore locale diventa uno dei suoi “incidenti di percorso” , finendo dritta nella colazione di un Dug: un tipo dalla parlata sibillina che si avventa minaccioso su Jar-Jar atterrandolo, deciso a fargli pagar caro il disturbo arrecato.
L’intoppo attira l’attenzione di Jinn proprio nel momento in cui
in difesa del Gungan interviene il piccolo Anakin, di passaggio per il mercato mentre sta tornando a casa.
Il bambino conosce sorprendentemente bene il Dug: è Sebulba (Seboulb in originale ), un pericoloso e scorretto avversario nelle corse di sgusci; ma ciò che sorprende realmente è la capacità di questo ragazzino di appena nove anni di incutere rispetto in un avversario adulto, per quanto di statura minuta e dunque ipoteticamente a misura di bambino.
La trovata del Dug dalla faccia cavallina con treccine e borchie da duro, che punta Anakin sibilando minacce ma che poi si ritira promettendo guerra aperta sulle piste, non è messa lì per caso; è un suggerimento del regista per gli spettatori affinché comincino ad intuire l’eccezionalità di Anakin senza tuttavia comprenderne pienamente le abilità.
Anakin, che si guadagna con questo gesto la gratitudine degli stranieri e si rivela molto più di un bambino sveglio; è affascinato da Padmè e dall’imponente Jinn al suo fianco; li osserva entrambi come se si aspettasse di trovare in loro molto più di quanto appaia; e in breve scorge la spadalaser ben nascosta di Jinn.
La tempesta di sabbia improvvisa ed incombente è l’occasione perfetta per offrire un riparo strategico in casa propria alle nuove quanto interessanti conoscenze, e indagare sulla loro identità provando anche a legare con la bella Padmè.
Anakin vive con sua madre Shmì nel ghetto degli schiavi. L’alloggio è povero ma accogliente; e il ragazzino vi si rifugia scrollandosi la sabbia di dosso mentre fa strada agli ospiti.
È deliziosa la descrizione della quotidianità onesta in cui vive il futuro eroe tragico; commuove il tenero legame che lo unisce alla giovane madre Shmì saggia e sola; sorprende la maturità del bambino e la sua voglia di rendersi utile e piacere a quegli sconosciuti, principalmente perché attratto dal candore della fanciulla in loro compagnia.
“Loro sono amici, mamma”
Dopo le dovute presentazioni, il passo successivo di Anakin sta nel trascinarsi dietro Padmè fin nella propria cameretta dove mostra con orgoglio la sua creazione ancora incompleta: C3PO.
“Guarda che bello. E non è ancora finito !”
“È meraviglioso !”
“Ti piace davvero ? È un droide di protocollo: un aiuto per mamma .” le spiega accendendolo.
Come per incanto il droide si anima e si tira su, presentandosi alla fanciulla con tutte le parti meccaniche scoperte.
“Salve! Sono C3PO: relazioni umane e cyborg. In che posso servirla?”
“È perfetto.” sorride Padmè.
“Quando finisce la tempesta ti faccio vedere i miei razzi: sto costruendo uno sguscio da corsa.” Anakin ce la mette tutta per impressionare la fanciulla. Ne è talmente preso da lasciare che C3PO esibisca le sue scarse capacità motorie.
Il protocollare comincia a vagare instabile per la stanza proprio mentre R2 s’inbuca in camera di Anakin.
“Ho il dubbio che questo pavimento non sia del tutto stabile. Oh, salve ! Non credo ci abbiano presentati.” esclama nel trovarsi davanti il piccolo astromeccanico. In risposta riceve una sfilza di allegri squittii che rapidamente riconosce. “R2-D2. Oh, lieto di conoscerti. Io sono C-3PO. Relazioni umane e cyborg.”
Questa è una sequenza molto intima; non ci sono più schiavi, né ancelle reali, né Jedi, né pericoli.
Ci sono soltanto due ragazzini in una casa povera ma accogliente che si divertono coi loro droidi facendo fare loro conoscenza mentre fuori infuria una tempesta di sabbia.
Ci saranno altri momenti come questo in ciascun Prequel; attimi di serenità rubati, che spezzano la tensione e ci ricordano che gli eroi di questa favola sono persone straordinarie che nel privato vivono momenti di semplici gioie, come le persone più comuni. Magico.
La tempesta si abbatte con tutta la sua forza sulla Nave Reale ancorata appena fuori città.
A bordo un messaggio da Naboo intercettato da Panaka viene mostrato alla Regina davanti al giovane Kenobi.
È il Governatore Sio Bible a supplicare
“Il numero dei morti è catastrofico. Dobbiamo sottostare alle loro richieste ! Voi dovevate contattarmi!”
Ma Obi-Wan percepisce il pericolo.
“È una trappola. Non rispondete. Non inviate trasmissioni di alcun genere.”
Jinn è in casa di Anakin quando riceve la notizia dal suo Padawan…
“Si direbbe un’esca per trovare una traccia e localizzarci.”
“E se poi fosse vero ?Se la gente stesse morendo ?”
“In ogni caso ci resta poco tempo.”
La scena è breve, ma serve a ricordarci che la minaccia incombe
Il nemico si sta muovendo, e i Jedi non possono fermarlo; come non possono impedire che il popolo Naboo muoia in attesa che la Regina riesca a fare la sua mossa politica.
I contorni di una tragedia ineluttabile cominciano ad affiorare senza che i Jedi riescano a comprenderne la portata.
Coruscant. La prima immagine della Capitale stordisce i sensi, tanto è avveniristica.
Ancora una volta la sensazione di magnificenza ci sorprende; siamo nel cuore pulsante della politica galattica, al centro della Repubblica quando è all’apice della sua grandezza.
Siamo talmente abituati alla frontiera della Trilogia Classica da non riconoscere in questa visione l’universo di Star Wars; eppure è da questo luogo così complesso che prenderanno forma tutti gli eventi descritti nella Saga.
Dobbiamo solo aprire la nostra mente ed ascoltare.
Il pianeta è un’immensa città intorno alla cui orbita migliaia di navi commerciali e diplomatiche si muovono a ritmi forsennati per garantire le piene funzioni della capitale galattica.
In mezzo a questo perenne divenire due figure oscure avanzano sulla balconata di una torre affacciata sulla città, nel suo emisfero notturno.
Uno dei due sembra umano sotto il mantello che lo ricopre dalla testa ai piedi; l’altro è Darth Maul.
Parla quasi sottovoce mentre si rivolge al suo mentore.
“Tatooine è scarsamente popolato. Se la traccia è esatta li troverò rapidamente, Maestro.”
“Prima devi affrontare i Jedi; così non avrai difficoltà a condurre la Regina a Naboo, a firmare il Trattato.”
Bastano queste parole a farci identificare nel l’individuo incappucciato l’Oscuro Darth Sidious.
Maul è impaziente.
“Finalmente potremo rivelarci ai Jedi. Finalmente potremo vendicarci.”
“Sei stato bene addestrato, mio giovane allievo. Non potranno competere con te.”
Sidious è abile nell’aizzare il proprio cacciatore contro le prede.
Lo lusinga, portando l’autocompiacimento di Maul a livelli estremi affinché si lanci senza remore in uno scontro mortale coi Jedi.
Sidious muove il suo apprendista come una pedina priva di volontà, infondendo in Maul una euforica sensazione di superiorità che in concreto non ha; puntando ogni possibilità di vittoria sul Fattore Sorpresa inteso nel senso più scorretto del termine: è unicamente questo il vantaggio reale di Maul sui Jedi.
È una minaccia subdola quella che si sta muovendo contro i fuggiaschi di Naboo; una minaccia che li obbliga a nascondere le loro identità e che ora riesce ad insinuarsi tra i commensali riuniti intorno al tavolo per il pranzo nella povera casa di Anakin e Shmi Skywalker; mentre fuori la tempesta sferza e travolge ogni cosa.
L’ambientazione ricorda nello stile e nell’intimità l’ultima cena di Luke Skywalker in casa Lars, da Episode IV. Deja-vu.
Shmì sta raccontando della condizione di schiavitù, e di una ricetrasmittente nascosta nel loro corpo che viene fatta esplodere in caso di fuga.
Padmè è scandalizzata. C’è ancora la schiavitù nella galassia; dunque le leggi promulgate dalla Repubblica non sono bastate ad estirparla dai territori periferici, dove il potere di un gangster impunemente libero oltraggia e offende la civiltà.
“La Repubblica non esiste, quaggiù. Dobbiamo cavarcela da soli.” spiega Shmì.
Tutti tacciono, angosciati dalla consapevolezza di una verità crudele.
Nessuno farà mai una guerra senza profitto solo per liberare degli schiavi; nessuno oserà destabilizzare il regno corrotto di un gangster la cui esistenza fa comodo ai soliti profittatori; nessuno chiederà giustizia per il dolore causato ai più deboli e nessuno offrirà loro protezione senza trarre profitto dalla situazione.
Ancora una volta Episode I riflette come uno specchio la tragedia del nostro tempo.
Anakin e sua madre hanno imparato a convivere con questa realtà, ma non ad accettarla.
Paradossalmente la loro schiavitù li ha resi più aperti e compassionevoli verso il mondo, e pur nella loro condizione accolgono gli stranieri in difficoltà dando loro conforto. E si sforzano di trovare soluzioni per impedire che altri patiscano la loro situazione di non liberi.
Sorvolando sulle abitudini poco educate di Jar-Jar a tavola, Anakin rompe il silenzio carico di tristezza calato sui commensali, intavolando con Jinn una discussione apparentemente più leggera.
“Voi avete mai visto una corsa di sgusci ?”
“Fanno corse di sgusci a Malastare. Molto veloci, molto pericolose.”
“Sono l’unico umano che riesce a farle.”
“Devi avere riflessi Jedi, se sai correre sugli sgusci !”
Anakin lo guarda per un lungo momento, quasi a sfidarlo.
“Tu sei un Cavaliere Jedi, vero ?”
Sorpresa e preoccupazione si dipingono sul volto di Padmè.
Jinn non si scompone; nemmeno di fronte all’affermazione precisa del ragazzino.
“Ho visto la tua spada laser. Solo i Jedi portano quel tipo di arma.”
“Magari ho ucciso un Jedi e l’ho presa a lui !”
“No, io non credo. Nessuno può uccidere un Jedi.”
Colpisce la sicurezza di Anakin; guarda Jinn dritto negli occhi, soppesandolo, indagandolo; Sa esattamente chi è, a dispetto dei tentativi dell’altro per sviarlo.
“Una volta ho sognato di essere un Jedi. Tornavo qui e liberavo tutti gli schiavi. Tu sei venuto a liberarci ?”
Di fronte a tanta determinata certezza, Jinn è costretto ad abbassare le difese.
“No. Purtroppo no.”
“Io credo di si, invece. Perché saresti qui, sennò?”
Il temperamento diretto del ragazzino colpisce Padmè; la sua sincerità si contrappone alla messa in scena per nascondere l’altissimo profilo politico degli stranieri giunti su Tatooine.
La fanciulla abbassa gli occhi, mentre Jinn prende atto del’imprevedibile acume del ragazzino.
“Vedo che non ti si può ingannare, Anakin. Siamo in viaggio per Coruscant, il Sistema Centrale della Repubblica, per una importante missione.”
Gli occhi del piccolo si accendono di meraviglia.
“È come siete finiti qui al margine esterno ?”
“La nostra nave è stata danneggiata.” interviene triste Padmè “Dovremo stare qui finché non sarà riparata.”
“Io posso aiutarvi!” esclama Anakin sotto lo sguardo commosso di sua madre. “So riparare qualsiasi cosa.”
“Sono sicuro che è vero.” risponde Jinn “Ma prima dobbiamo acquistare i ricambi necessari.”
“Con niente de valore da scambiar!” aggiunge afflitto Jar-Jar.
Per la prima volta, dal momento della sua apparizione, Anakin resta senza parole. L’incredulità si dipinge nei suoi occhi innocenti mentre ascolta Padmè fare ipotesi alla ricerca di una via d’uscita.
“Questi mercanti di rottami avranno qualche punto debole.”
“Il gioco d’azzardo.” rivela Shmì “Qui è tutto in funzione delle scommesse su quelle orribili corse.”
“Le corse di sgusci.” riflette Jinn “L’avidità può essere una potente alleata.”
“Io ho costruito uno sguscio.” se ne esce Anakin “Il più veloce mai visto. C’è una grossa corsa domani a Bonta Eve. Ci potreste iscrivere il mio sguscio!”
La generosità del ragazzo è pari soltanto alla sua determinazione ad aiutare gli stranieri senza neanche sapere chi siano; in questa sequenza Anakin rivela un’avventatezza pericolosa, che potrebbe facilmente condurlo su vie tortuose se la natura dei suoi ospiti fosse malvagia; una via che è pronto ad intraprendere pur di accorrere in aiuto di Padmè.
Si vanta di possedere uno sguscio, il più veloce mai visto; eppure dimentica di dire che è poco più che un prototipo incompleto su cui lavora con scarsi risultati da anni!
Il suo è un atteggiamento vanaglorioso e un po spaccone tipico degli spericolati piloti del luogo; un modo di porsi che abbiamo già conosciuto in Episode IV con Ian Solo, quando nella taverna di Mos Eisley tesse le lodi di quello che diventerà l’ammasso di ferraglia più famoso, veloce e scassato della galassia: il Millennium Falcon.
Ma mentre Solo fa il gradasso per profitto e per necessità, Anakin si spinge pericolosamente oltre le proprie possibilità mosso unicamente dal desiderio di fare la sua parte ed aiutare.
E dunque nella povera casa degli Skywalker a nulla valgono le implorazioni di Shmì.
“Anakin ! Watto non te lo permetterà !”
“Watto non sa che l’ho costruito!” insiste il ragazzino; poi punta il dito verso Jinn “Tu puoi fargli credere che è tuo e convincerlo a farti prestare me come pilota!”
Shmì è preoccupata “Non voglio che tu corra: è orribile !Io MUOIO ogni volta che Watto ti fa correre.”
“Ma mamma, a me piace tanto! Coi soldi del primo premio pagherebbero i ricambi che gli servono !”
“Anakin.”
Lo strazio di Shmì è davvero troppo per la natura compassionevole di Qui-Gon.
“Tua madre ha ragione.” gli sussurra pacato, riuscendo ad arginare l’entusiasmo del piccolo.
Tuttavia sa bene che non esistono amici della Repubblica che possano aiutarli a Tatooine.
È la stessa Shmì a confermarglielo.
“Mamma, tu dici sempre che il problema dell’universo è che nessuno aiuta gli altri!” insiste Anakin.
Shmì sospira tristemente sotto lo sguardo di Padmè; e l’ancella della Regina comprende.
“Sono certa che Qui-Gon non vuole mettere a rischio Suo figlio. Troveremo un’altra soluzione.”
“No. Non c’è altra soluzione. Io posso avere paura, ma lui può aiutarvi. È suo destino aiutarvi.”
Qui-Gon guarda Anakin pensieroso, cercando d’interpretare il volere della Forza, che gli sta chiaramente indicando in quel bambino la via da intraprendere.
La scena è interamente dominata da Anakin: lui scopre in Jinn un Jedi, lui narra del suo sguscio e lui propone a Jinn di iscriverlo alla corsa spiegando come raggirare Watto.
Anakin è inarginabile; sa di poter aiutare i suoi nuovi amici; vuole con tutte le sue forze aiutare Padmè; e sa come superare l’unico ostacolo che si frappone tra lui e la corsa: sua madre.
Davvero interessante la chiusura di questa scena, in cui Shmì annuncia inconsapevolmente la predestinazione del figlio davanti a tutti.
Tra lo sconcerto generale, Qui-Gon è il solo a comprendere fino in fondo il messaggio: la donna fa quell’affermazione perché a conoscenza di fatti che meritano di essere indagati.
Mos Espa. Nel pomeriggio la tempesta di sabbia si è dissolta, e Qui-Gon avanza determinato verso il negozio di Watto, seguito da una riluttante Padmè.
“È sicuro che sia giusto ? Affidarci a un bambino che conosciamo appena !La Regina non approverà.”
“Non occorre che lo sappia.” taglia corto il Jedi infilandosi nel negozio.
Padmè resta fuori con Jar-Jar; è contrariata, e la sua etica le impedisce di partecipare alla trattativa.
L’ingresso di Jinn in negozio viene accolto da un sorpreso Watto in compagnia di Anakin.
“Ragazzo dice me che tu sponsorizza lui in corsa. Com’è che tu fa questo ?!? Non con Crediti di Repubblica io credo, eh ?!?”
Jinn sorride mostrando in un piccolo ologramma tascabile l’elegante vascello Naboo.
“La mia nave coprirà la tassa d’iscrizione.”
“Uuuh! Non male, non male, eh ?! Nubiana, eh ?!”
“È in ottime condizioni; tranne per i ricambi che mi servono.”
“E su cosa ragazzo corre ?! Lui distrutto mio sguscio ultima corsa ! Vuole molto tempo per riparare !”
“Beh, io ho acquisito uno sguscio vincendolo al gioco. Il più veloce mai visto.” si vanta sbirciando Anakin.
“Io spero che tu no ucciso niuno che io conosco per esso, eh !?! He-he-he. Allora: tu ci mette sguscio e tassa iscrizione, io ci mette il ragazzo. E noi divide vincita fifty-fifty, io dice, eh ?”
La trattativa è più facile di quanto previsto da Jinn.
“Se dev’essere fifty-fifty suggerisco che anticipi TU la tassa d’iscrizione.
Se vinciamo, ti tieni l’intera vincita; meno il costo dei ricambi che ci servono. E se perdiamo ti tieni la mia nave. In ogni caso tu vinci.”
Watto riflette, vagliando tutte le possibilità che farebbero della scommessa una potenziale truffa. La proposta è troppo vantaggiosa per essere vera ai suoi occhi abituati all’inganno. Poi improvvisamente il Toydorian fuga ogni dubbio.
“Ci sto!” gracchia in tono di sfida, palesemente incapace di resistere ad una scommessa.
I due senzienti siglano l’accordo, poi Jinn si allontana.
A questo punto Watto è euforico mentre parla ad Anakin nella propria lingua.
“Il tuo amico è stupido, io credo !”
Quando più tardi Kenobi apprende da Jinn via comlink della scommessa, il Padawan non ne è entusiasta: se il piano fallisse potrebbero essere costretti a stare su Tatooine per molto tempo.
Ma il Maestro Jedi è più pratico. “Beh, chiedere aiuto è troppo pericoloso.” perfino più pericoloso che giocarsela provando a truccare le carte.
Qui-Gon è nel cortile della casa di Anakin mentre aggiorna Kenobi… “e una nave senza propulsore non va da nessuna parte. Inoltre c’è qualcosa in quel ragazzo.” sussurra un attimo prima di spegnere il comlink.
Shmì si avvicina speranzosa proprio in quel momento, e Jinn la accoglie pieno di ammirazione per il suo piccolo, impegnato con R2, Jar-Jar e Padmè intorno allo sguscio per prepararlo alla gara.
“Lei dev’essere fiera di suo figlio. Aiuta gli altri senza pensare alla ricompensa.”
“Lui non sa cosa sia l’avidità. E ha anche…”
“Ha dei poteri particolari.”
“Sì”
“Vede le cose prima che succedano. È per questo che possiede riflessi così rapidi! È una prerogativa Jedi.”
“Meriterebbe una vita migliore di quella di uno schiavo.”
“Se fosse nato nella Repubblica lo avremmo identificato prima. La Forza è singolarmente possente in lui, è più che evidente. Chi era il padre ?”
“Non c’è stato un padre. Io l’ho portato in grembo, l’ho fatto nascere, l’ho cresciuto. Non so spiegare cos’è successo. Lei può aiutarlo ?”
“Non lo so. Io non sono venuto qui a liberare schiavi.”
Improvvisamente il piccolo cortile che ospita lo sguscio si anima della presenza allegra di altri bambini amici di Anakin.
I piccoli lo prendono in giro perché non credono che dopo anni lo sguscio di Anakin funzionerà per la Bonta Eve dell’indomani.
Anakin non se la prende mentre si allontanano per giocare a palla; grazie all’astromeccanico R2 il suo sguscio è pronto per la prova, e questo ha la priorità su tutto.
Jinn arriva per issarlo a bordo.
Un istante dopo Anakin avvia i motori e le turbine si accendono con un fragore assordante.
Anakin esulta. “Funziona! Funziona!”
Sua madre lo osserva da lontano.
Scena importantissima questa, in cui ci viene suggerito che la nascita di Anakin è avvenuta per volontà della Forza stessa.
Il fatto che Shmì non sappia spiegare com’è accaduto è un esplicito riferimento all’Immacolata Concezione del Cristianesimo.
Ma non è tutto: la madre dichiara che Anakin non sa cosa sia l’avidità, il che ci predispone immediatamente a percepire il bambino come un angelo: un prescelto destinato a grandi cose.
Jinn completa ill quadro identificando le sue capacità come prerogative dei Jedi.
È esattamente a questo punto che cominciamo a chiederci cosa mai può essere andato storto nel percorso umano di Anakin.
Quella sera il bambino fantastica sulla terrazza insabbiata di casa mentre Qui-Gon gli medica una ferita sul braccio; immagina di stelle remote e di viaggi infiniti per vederle tutte.
La chiamata di sua madre perché è ormai ora di dormire lo distoglie dalle sue fantasie, e controvoglia lascia il Jedi per affrettarsi in casa.
Solo ora Jin contatta Obi-Wan per inviargli un campione del sangue del ragazzo e chiederne l’analisi.
Questa è la sequenza in cui i due Jedi cominciano a far luce sull’eccezionalità di Anakin all’interno di quell’universo.
Jinn chiede il conteggio dei midi-chlorian e Kenobi esegue riferendo immediatamente..
“Va oltre la scala. Supera i ventimila! Neppure il Maestro Yoda ha una quantità tale di midi-chlorian.”
“Nessun Jedi ce l’ha .”
La scoperta è talmente sensazionale da risultare quasi incomprensibile ai due Jedi.
Sfortunatamente l’identificazione dei midi-chlorian come veicolo attraverso cui si manifesta la potenza della Forza si rivela un’idea infelice, sgradita a fans e critica almeno quanto Jar-Jar; il quantizzare la presenza di questi microorganismi per indicare con precisione il potenziale di Anakin rispetto a Yoda ( sino a questo momento il più potente tra i Jedi ) è un fatto che toglie alla Forza quell’aura soprannaturale narrata nella Trilogia Classica; inevitabilmente la spiegazione scientifica sull’esistenza della Forza la ricolloca al ribasso, spostandola dall’immateriale al materiale, in quanto i midi-chlorian sono organismi presenti nel sangue dei senzienti.
Le critiche feroci porteranno la produzione a sopprimere letteralmente il concetto di midi-chlorian dai due episodi successivi, e la Forza tornerà trionfalmente nel soprannaturale.
Quella stessa notte un’altra nave plana non vista dalle stelle al deserto di Tatooine.
È il caccia di Darth Maul. Il Sith osserva da un crinale la città di Mos Espa in cui sa che si nasconde la Regina di Naboo; ma per trovarla sguinzaglia tre sonde-segugio dal fiuto infallibile. Il tempo della rivelazione si avvicina per i Sith.
La mattina seguente c’è gran fermento intorno all’arena da cui sta per prendere il via la Bonta Eve. Molti quadrupedi da soma guidati da piccoli droidi trainano gli sgusci da competizione a motori spenti verso il grande hangar; e spettatori cominciano ad avvicinarsi alle tribune intorno al palco d’onore protetto da una grande tenda.
Nell’hangar Watto marca stretto Jinn.
“Io vuole vedere tua astronave appena corsa è finita.”
“Pazienza, amico mio azzurro. Avrai la tua vincita prima che i soli tramontino e noi saremo lontani da qui.”
“No se tu perdi tua nave che diventa mia, io credo eh ?! He-he-he-he! Io te averto: tu non fa furbo con me, eh ?”
“Non credi che Anakin possa vincere ?”
“Tu non capire me, ma… io grande fede in ragazzo. Lui onora vostra razza, ma… Sebulba qui vincerà, he-he-he !”
Il Dug si pavoneggia tra due schiave Twi-Lekk sotto gli occhi di Watto.
Jinn indaga.
“Cosa te lo fa pensare ?”
“Lui vince sempre! He-he-he, Io scommetto forte su Sebulba !”
“Anch’io scommetto.”
Il rilancio di Jinn coglie Watto impreparato.
“Tu cosa!?!”
“Scommetto il mio nuovo sguscio da corsa contro… il bambino e la madre.”
“Nessuno sguscio vale due schiavi. Siamo molto lontani.”
“Il bambino, allora.” Jinn sa come tentare Watto.
Il Toydorian infatti finge di riflettere; poi nella frenesia del gioco dimentica che il suo avversario è un sospetto Jedi e tira fuori un dado truccato.
“Beh, Noi lascia che fato decide, eh ? Io ho per caso qui cubo di sorte. Blu. Il ragazzo; Rosso. Sua madre.”
Jinn approva e lascia che Watto lanci il dado. Gli basta un impercettibile cenno della mano per muovere la Forza e guidare il dado quando tocca terra, fermandosi proprio sul Blu.
La gioia di Watto si tramuta in rabbia quando guarda il dado.
“Tu vinto questo piccolo tiro, eh, straniero ? Ma tu non vince la corsa! Per ciò non fa differenza!” sbraita allontanandosi da lui. Uscendo dall’hangar incontra Anakin in arrivo con Shmì e Padmè.
Nella propria lingua ghigna malevolo qualcosa per il nuovo amico del bambino: un consiglio a non scommettere più, o finirà suo schiavo anche lui.
Jin arriva da loro in tempo per aiutarli a sistemarsi.
La corsa incombe, e Padmè fa una scoperta che la lascia di sasso: Anakin non ha mai vinto una corsa, e non ne ha neanche mai finita una !
La fanciulla non commenta, ma è chiaramente contrariata.
Non sarà l’ultima volta che Anakin riuscirà a trascinarla in un’avventura senza margini di sicurezza.
E mentre le sonde-segugio di Maul già scandagliano la città in cerca della Regina, nell’arena ormai satura di pubblico le trombe annunciano l’entrata in pista dei concorrenti.
È una scena davvero epica ed emozionante. Sarebbe grandiosa se, a ben guardare, non ci si accorgesse che i concorrenti e i loro assistenti sono personaggi talmente improbabili da sembrare pupazzetti appena usciti da un cartone Disney !
L’imbarazzo viene presto smorzato dall’inizio di una corsa al cardiopalma tra i crinali di Tatooine; una corsa tanto avvincente da rivaleggiare con la corsa delle bighe nel film “BEN HUR”, a cui peraltro è stata ispirata.
La corsa degli sgusci è un film nel film; un lunghissimo spot per patiti di video-game.
Mostra l’arrivo in veste di Leader locale del giovane Jabba The Hutt con la sua corte, il sabotaggio di Sebulba ai danni di Anakin, la partenza ritardata del ragazzo a causa di questo sabotaggio, la rimonta, lo scontro finale con Sebulba scaraventato fuori pista lungo il percorso all’ultimo giro, e la vittoria di Anakin.
Sequenze spettacolari che mostrano l’eccezionale abilità di pilota di Anakin; ma lunghe e francamente stancanti.
Resta tuttavia la gioia e l’esultanza di Qui-Gon per la vittoria del ragazzino, che significa anche un sostegno concreto agli stranieri che si è offerto spontaneamente di aiutare.
Nell’hangar si vivono la gioia di Jar-Jar.
“Maxi corsa, Any!”
L’abbraccio dolce di Padmè.
“Ti dobbiamo tutto, Any.”
La felicità di Shmì.
“È meraviglioso, Any ! Hai portato la speranza a chi non ne aveva… Sono così fiera di te.”
Anakin non si sottrae a tutte queste manifestazioni di affetto, ma ne è chiaramente imbarazzato; quello che ha fatto è stato solo per il suo innato senso di giustizia ed altruismo, non certo per la gloria !
Tra le tribune dell’arena, Watto sta pagando i creditori. È distrutto: Sebulba, sul quale aveva scommesso forte, ha perso causando la sua rovina.
Quando Jinn si presenta da lui per riscuotere la vincita, il Toydorian lo accusa ingiustamente…
“Tu!Tu imbrogliato me! Tu sa già che ragazzo vince ! Tu già prima sa! Io perso tutto, ora…”
“Al gioco, amico mio, prima o poi si perde.” Qui-Gon è calmo. “Manda i ricambi all’hangar centrale. Io passerò al negozio più tardi, così potrai liberare il ragazzo.”
“Tu non può avere lui! No leale tua scommessa.”
“Vuoi che ne discutiamo con gli Hutt ? Ci rimettiamo al loro giudizio.”
Watto sa che non può mentire agli Hutt. È solo sua la responsabilità della disfatta; non avesse scommesso ogni danaro sulla vittoria di Sebulba ora potrebbe godersi la vincita, invece di vederla svanire per pagare i creditori. Allora china il capo, sconfitto.
“Prendi lui .”
Senza indugiare Jinn lo saluta con un cenno del capo, poi si allontana lasciandolo ai suoi tormenti.
Poco dopo Kenobi accoglie la compagnia in rientro con parecchia merce; Il Padawan supera Jar-Jar, Padmè e R2 per puntare dritto a Jinn.
Il Maestro è ancora in sella a uno dei quadrupedi da soma.
“Abbiamo tutti i pezzi di ricambio che ci servono. Io torno in città: ho ancora una piccola cosa da sbrigare. Farò presto.”
“Come mai sento che abbiamo raccolto un’altra patetica forma di vita ?” sorride Obi.
“È il bambino che ha permesso di ottenere questi ricambi! Fa installare subito questo iperpropulsore.”
“Si, Maestro. Non sarà una cosa lunga.”
Per la seconda volta in quelle ore, Jinn parte in direzione di Mos Espa.
È ormai il tramonto quando Jinn attraversa con Anakin il quartiere degli schiavi consegnandogli un sacchetto pieno di soldi.
Il ragazzino entra in casa tutto contento puntando dritto al banco di lavoro di Shmì.
“Mamma, abbiamo venduto lo sguscio ! Guarda quanti soldi abbiamo!”
Shmì non fa in tempo a rallegrarsi che Jinn fa una rivelazione impensabile.
“Ed è stato liberato.”
La giovane donna resta senza respiro per un lungo momento.
Poi vede gli occhi di suo figlio spalancarsi.
“Ora puoi realizzare i tuoi sogni, Any. Sei libero.” sussurra felice. Guarda Jinn piena di speranza. “Lo porterete con voi ? Diventerà un Jedi ?”
“Si. Il nostro incontro non è stato casuale; nulla accade per caso.”
Travolto dall’eccitazione Anakin non riesce a credere alle proprie orecchie.
“Vuoi dire che io adesso posso venire con te sulla tua astronave !?!”
Jinn frena il suo entusiasmo.
“Anakin, il tirocinio per diventare Jedi non è una cosa facile. E anche se ci riesci, è una vita di rinunce.”
“Ma io voglio venire! È quello che ho sempre sognato di fare!” dichiara testardamente il ragazzo: è concentrato sulle avventure, non sul tirocinio. Poi cerca Shmì. “Posso andare, mamma ?”
La calma della donna è così controllata da riuscire ad arginare il turbinio di emozioni che agitano il bambino.
“Anakin, Questo cammino è stato posto di fronte a te. La scelta è soltanto tua.”
“Io voglio andare.”
“Allora prendi le tue cose, abbiamo poco tempo.” lo incoraggia Jinn. Il Jedi è talmente entusiasta all’idea di addestrare Any da sottovalutare la tendenza del bambino ad attrezzarsi per soddisfare con ogni mezzo i propri desideri.
Aiutare i nuovi amici, mettere a punto lo sguscio, dominare la gara; sono tutte azioni che il ragazzo ha compiuto con foga e senza riflettere. Anakin è puro istinto, e non sarà facile trovare il modo di incanalare questa potenza su una via sicura.
Anakin sfreccia in camera sua in preda all’entusiasmo. Ma poi un dubbio lo ferma proprio sulla soglia, inducendolo a tornare sui suoi passi, da Qui-Gon.
“E la mia mamma ? È libera anche lei ?”
“Io ho cercato di liberarla, ma Watto non ha voluto”
Il ragazzino sembra non voler accettare la realtà quando cerca sua madre ignorando Jinn.
“Vieni anche tu con noi, vero mamma ?”
Seguono attimi di lungo silenzio, in cui Any sperimenta per la prima volta il conflitto tra emozioni e desideri contrastanti: la gioia di una nuova vita contro il dolore della separazione che questo comporta, e in fine la non accettazione della realtà.
Anakin sperimenterà più volte questa sensazione nel corso della sua vita; ed ogni volta si ritroverà ad un bivio afflitto dalla consapevolezza di dover decidere cosa è giusto salvare e cosa invece abbandonare. La scelta non sarà mai un’opzione accettabile per Anakin.
La reazione del bambino di fronte a questo bivio, ora come in futuro, è un disperato tentativo di aggirare l’ostacolo e portare a casa il risultato.
Sua madre è tutto il suo mondo, il suo punto di riferimento. Lei avrà certamente una soluzione al problema.
Sarà la dolce Shmì a scegliere per lui, perché comprende il dolore del suo piccolo; e perché pur essendo questo dolore anche il proprio, desidera aiutarlo ad accettare serenamente il destino di entrambi.
“Figlio, il mio posto è qui; il mio futuro è qui. È giunto il momento che tu segua la tua strada.”
“Io non voglio che le cose cambino.”
“Ma tu non puoi impedire che cambino, così come non puoi impedire ai soli dì tramontare.” Il lungo abbraccio che segue sottolinea l’inizio di un distacco che non si completerà, nemmeno attraverso i lunghi anni di apprendistato Jedi.
Le parole di Shmì danno comunque ad Anakin la forza di correre in camera a prepararsi.
Con molto meno entusiasmo il piccolo prende le sue cose e saluta l’incompleto 3BO.
Poco dopo si avvia con Qui-Gon lungo la strada assolata che lo porterà lontano dal pianeta e da sua madre.
Ma i legami del cuore sono forti e dolorosi da recidere. Ancora una volta Anakin di ferma, esita.
Guarda Jinn e il suo futuro e poi si volta indietro verso Shmì.
L’amore e l’attaccamento per sua madre vince, e il bambino torna correndo tra le sue braccia.
“Non posso andare, mamma: non posso lasciarti” Ancora una volta Shmì non cede; non lo consolerà, non stavolta, perché sa che quel distacco è necessario e porterà un grande futuro per suo figlio, un futuro che lei non può dargli. Anakin esita “Ti rivedrò ?”
“Che cosa ti dice il tuo cuore ?”
Anakin soffre “Io spero di sì. Sì. Credo.”
“Allora, ci rivedremo ancora.”
“Io tornerò qui a liberarti, mamma. Te lo prometto.”
Shmì sorride, accarezza suo figlio; cerca dentro di se la forza per lasciarlo andare.
“Ora,sii coraggioso. E non voltarti indietro. Non ti voltare.”
È l’ultima richiesta di obbedienza di Shmì a suo figlio. È lei stessa a sospingerlo verso il Jedi che aspetta silenzioso in strada.
Anakin non può non obbedire. Non si volterà; seguirà Qui-Gon e diventerà un Jedi; perché aiutarlo a realizzare il suo sogno è il solo desiderio di sua madre.
Alzi la mano chi non ha dovuto lottare contro il nodo in gola e i lacrimoni nel guardare questa scena.
Tutti abbiamo vissuto il momento del distacco, e i ricordi riemergono proprio mentre le immagini scorrono: il primo giorno di scuola, il primo viaggio da soli, la partenza per un futuro ed un lavoro lontano. Sono le tappe attraverso cui abbiamo sofferto il distacco, e che ora ci permettono di riconoscere il dolore di Anakin; e di condividerlo.
Non è retorica infantile o melense: è vissuto.
Siamo tutti Anakin.
Il ragazzino e Jinn stanno raggiungendo di corsa e a piedi la nave Naboo ormai vicina, quando vengono attaccati da un oscuro guerriero su speederbike che manca di poco Anakin.
Jinn vede l’arma dell’avversario balenare: una spadalaser a doppia lama rossa.
Il Jedi sa che deve battersi; e mentre sguaina la propria spadalaser sa che deve mettere il bambino al sicuro.
“VAI !!!Dì che decollino !!!.”
Anakin non se lo fa ripetere.
E mentre il Jedi ingaggia un furibondo duello con l’aggressore, il ragazzino sfreccia verso la nave inerpicandosi in men che non si dica sulla ripida rampa di accesso.
Tra le dune del deserto l’attacco dell’aggressore è incredibilmente potente; è Darth Maul, e sta costringendo Jinn ad arretrare.
Dalla plancia del Vascello Reale, Kenobi vede la terribile realtà.
“Qui-Gon è in difficoltà. Decolla.” ordina al Comandante, davanti agli occhi spaventati di Padmè ed Anakin.
La nave si alza portandosi in volo radente sui due combattenti…
Jinn può ora abbandonare la lotta e con un balzo atterrare sulla rampa d’accesso ancora spiegata, lasciando Maul nel deserto.
Qui-Gon è al sicuro nell’atrio del vascello, ma è stremato dalla lotta.
Ad Anakin e Obi-Wan che accorrono al suo fianco confida le sue preoccupazioni.
“Chi era?”
“Non ne sono sicuro. Ma era bene addestrato nelle Arti dei Jedi.”ansima “La mia ipotesi è che cerchi la Regina.”
La notizia mette in luce l’inquietudine di Anakin.
“E noi che possiamo fare, ora ?!”
“Avere tanta pazienza ! Anakin Skywalker, ti presento Obi-Wan Kenobi.”
Il ragazzino lo saluta subito con una decisa stretta di mano.
“Ciao. Sei un Jedi anche tu ? Piacere di conoscerti.”
La nave Naboo si allontana alla massima velocità da Tatooine, diretta finalmente a Coruscant.
Non sfugge all’osservatore attento la grande difficoltà di Jinn a rapportarsi con un avversario più che temibile; il Jedi non osa dirlo davanti ai suoi due apprendisti, ma è evidente che sta pensando a un Sith; come è evidente che non era pronto, e non sarebbe sopravvissuto al confronto se la nave Naboo non fosse giunta in suo soccorso.
Il primo duello tra Jedi e Sith è totalmente dominato dal poderoso guerriero oscuro; Jinn è sotto shock, e gli spettatori con lui.
La chiave di questa apparente inferiorità Jedi non sta nelle reali capacità reciproche, ma nei millenni che separano l’estinzione Sith dal loro improvviso ritorno.
I Jedi sono da secoli abituati ad essere Guardiani e Garanti di Pace e Giustizia, non guerrieri nel senso più completo del termine; si confrontano da millenni con tentativi più o meno importanti di sabotaggio verso l’Ordinamento Democratico della Repubblica, ma non sono preparati a fronteggiare una minaccia Sith, perché la credono estinta; sono talmente assuefatti all’assenza dei signori Oscuri da non percepire neanche i segnali nella Forza che annunciano il loro ritorno.
Improvvisamente l’aggressione alla sovranità di Naboo prende una piega inquietante, e sotto i nostri occhi increduli si trasforma da mera disputa commerciale in complotto ordito dai Sith per destabilizzare la Repubblica e scuoterla dalle fondamenta.
Ma non è tutto. Da questo momento il film abbandona lo stile fiabesco per prendere una piega decisamente politica, fatta di tanti Momenti che nel loro insieme costruiscono l’epilogo della vicenda.
La storia di Anakin passa in secondo piano, mentre Amidala torna protagonista e compie i passi che condurranno alla Battaglia di Naboo e consegneranno la Repubblica nelle mani del fidato Senatore Palpatine.
E mentre nella notte di Theed su Naboo, Nute Gunray soffoca le speranze di libertà del Governatore Sio Bible sapendo che i Naboo saranno obbligati a piegarsi , e con essi i nativi indigeni delle paludi.
“La Vostra Regina è scomparsa, il Vostro popolo muore di fame e Voi, Governatore, morirete prima del Vostro popolo, io temo.”
Amidala viaggia verso Coruscant a bordo della Nave Reale finalmente riparata, nella speranza di trovare nel Senato Galattico l’aiuto capace di porre fine alla tragedia in cui è precipitato il suo mondo.
A bordo della Nave Reale, Padmè si muove in silenzio per non disturbare il sonno dei viaggiatori; i begli abiti da ancella la fanno sembrare più adulta mentre avvia il messaggio olografico in cui Sio Bible chiede con forza che la Regina lo contatti.
Padmè è indignata e turbata da quanto ascolta, e per un lungo momento sembra sul punto di crollare sotto il peso del dolore che quella supplica le causa; ma poi i suoi occhi trovano Anakin, e restano su di lui quasi a cercare nel suo coraggio la forza di andare avanti.
Anakin se ne sta raggomitolato in un angolino tutto serio e solo Padmè si preoccupa.
“Stai bene ?”
“Ho molto freddo.”
La fanciulla si avvicina al bambino, portando con se’ una coperta che gli poggia affettuosamente addosso, scaldandolo.
E lo stesso gesto amorevole che Leila compirà nei confronti di Luke mentre fuggono a bordo del Falcon, in Epidode IV.
“Tu vieni da un pianeta caldo, Any; anche un po’ troppo, per i miei gusti. Lo spazio è freddo.”
“Tu hai l’aria triste.”
“La Regina è preoccupata. Il suo popolo soffre e sta morendo. Deve convincere il Senato a intervenire. Non so come andrà a finire.”
“Ho fatto questo, per te. Così ti ricordi di me.” Anakin le dona un piccolo ciondolo finemente intagliato con segni tribali; aspetta che lei lo ammiri. “L’ho ritagliato da un ramo di Japur. Ti porterà fortuna.”
“È bellissimo.” sorride rincuorata Padmè “Ma non mi occorre questo per ricordarmi di te. Molte cose cambieranno quando arriverai nella capitale ma tu continuerai a starmi a cuore.”
Un lungo sguardo li avvicina per istanti interminabili.
Anakin è indifeso e stanco; e lascia che la fanciulla si prenda cura di lui.
“Anche tu mi stai a cuore. Solo che.”
“Ti manca tua madre.”
Anakin cerca ancora gli occhi di Padmè. Tatooine, la sua povera casa e Shmì sono ormai lontani, e lei è il solo legame capace di amore che gli resta.
La scena evidenzia chiaramente il bisogno del bambino di sentire accanto sè un affetto potente, un’ancora di salvataggio a cui aggrapparsi quando la corrente si fa impetuosa e rischia di lasciarsi andare al suo abbraccio mortale.
È un segno di grande fragilità, che accompagnerà Anakin per tutta la sua vita e finirà col consumarlo, facendogli perdere il contatto con la realtà e con ciò che più ama al mondo.
Coruscant. L’intero pianeta è un’immensa città, e la nave Naboo la attraversa veloce planando dallo spazio alla piattaforma fluttuante tra gli altissimi grattacieli dei lussuosi quartieri riservati ai politici e alle sedi istituzionali.
In plancia il Comandante mostra ad Anakin lo shuttle del Cancelliere Valorum gia all’attracco, e sulla piattaforma il Senatore Palpatine li sta aspettando.
La nave attracca, e la scorta d’onore di Valorum si fa avanti disponendosi a ricevere la Regina, che già avanza incontro al Capo del Governo Galattico scortata dai due Jedi e da Anakin.
È Palpatine il primo a salutarla.
“È un grande dono vedervi viva, Vostra Maestà. L’interruzione delle comunicazioni ci ha creato sgomento; sono ansioso di sentire da Voi come stanno le cose.
Posso presentarvi il Cancelliere Supremo Valorum ?”
“Benvenuta, Vostra Altezza. È un onore conoscervi di persona.”
“Grazie, Cancelliere Supremo.”
“Ho convocato una Sessione Speciale del Senato per ascoltarvi.”
“Vi sono grata per l’interessamento, Cancelliere.”
Valorum la lascia sola con Palpatine.
Il Senatore già la relaziona sull’incontro in Senato, mentre Qui-Gon Jinn avvicina Valorum.
“Devo parlare subito col Consiglio dei Jedi; la situazione è diventata molto più complicata.”
Le sue parole ci fanno sobbalzare; siamo a malapena preparati a immaginare un Consiglio Jedi d’impostazione quasi monastica, al vertice di un Ordire rigoroso e lontano dal caos dei giochi di potere; e invece Jinn lo descrive quasi come un Organo Consultivo assai vicino al Cancelliere Supremo !
E la vita di sacrifici prospettata da Qui-Gon al piccolo Anakin ? Sarà mica la visione rivoluzionaria di un Maestro Jedi già lontano dalle contaminazioni politiche dell’Ordine !?
Di certo è una novità inaspettata che sorprende parecchio; e non vediamo l’ora di osservare il Consiglio in tutta la sua autorevole potenza.
Per nulla abituato a tutta quell’etichetta, Anakin segue il corteo reale ammirando col naso all’insù la megalopoli, il traffico aereo e la defilata Padmè. Sembra quasi stordito dalla grandezza di tutto quello che gli sta accadendo intorno, quando proprio Padmè lo chiama a se’, invitandolo ad affrettarsi.
Pochi istanti, il consenso del Maestro Jinn, e il piccolo si ritrova sullo shuttle al fianco di Jar-Jar, a poco più di un metro dalla Regina e da Padmè.
Il trasporto attraversa i cieli di Coruscant offrendo ai passeggeri scorci spettacolari della città; poi dirige al lussuoso attico del Senatore Palpatine.
Tra gli ambienti dell’appartamento, vistosamente arredato nei toni accesi del rosso, la Regina Amidala si è cambiata d’abito, e siede nel salottino da cui ascolta il suo Senatore; oltre la grande porta vetrata Anakin osserva e s’intrattiene con Jar-Jar.
I due non sono ammessi al consiglio riservato che la Regina sta tenendo con Palpatine, tuttavia la loro presenza così vicina alla Sovrana indica la grande considerazione di Amidala nei loro confronti; e sottolinea il peso e l’impegno in seno alla Repubblica di Padmè, di Amidala e di Anakin: fanciulli sulle cui spalle poggiano grandi e diverse responsabilità, oltre alle speranze di Naboo e con esso dei popoli della galassia.
Nel salottino Palpatine sta ragguagliando la Sovrana.
“Vorrei che i tempi fossero più propizi. Non c’è più civiltà, c’è solo la politica.” cammina avanti e indietro lungo la stanza, obbligando la Sovrana a seguirlo in un via vai stancante che spesso oscura Amidala agli occhi infastiditi degli spettatori. “La Repubblica non è più quella di una volta; e il Senato è pieno di delegati avidi e litigiosi. Nessuno è interessato al bene comune.” fa lunghe pause tra un concetto e l’altro, come a volersi assicurare che la Regina intenda esattamente che il loro dramma potrebbe non essere ascoltato. “Devo essere sincero, Vostra Maestà: ci sono poche probabilità che il Senato reagisca all’invasione.”
“Il Cancelliere Valorum pensa che ve ne siano, invece.”
“Se mi è consentito, Vostra Maestà, il Cancelliere Valorum ha pochissimo potere. È infamato da speciose accuse di corruzione. Sono i burocrati a comandare, ora.”
“Quali opzioni ci restano ?”
“La scelta più opportuna sarebbe quella di spingere per l’elezione di un Cancelliere Supremo più forte; qualcuno che possa controllare i burocrati e garantire la giustizia.” dice avvicinandosi ipnotico alla Sovrana, così da sovrastarla guardandola dritto negli occhi.
“Voi potreste chiedere un voto di sfiducia per il Cancelliere Valorum.”
Amidala non si lascia impressionare.
“È stato il nostro sostenitore più forte.”
la determinazione con cui Amidala afferma questa verità ora ci riporta immediatamente a Luke Skywalker … Deja-vu…
In Episode VI anch’egli si opporrà con la stessa forza al tentativo dell’Imperatore di indurlo a credere che tutto sia perduto per l’Alleanza… La determinazione di Luke persuaderà l’imperatore a lasciare il campo a Fener: che sia il padre ad abbattere le certezze del giovane Jedi…
Anche Palpatine arretra davanti alla forza della Sovrana; ha capito che non è il momento d’insistere;
Palpatine allora arretra; ha capito che non è il momento d’insistere ma intanto il seme della sfiducia a Valorum è stato gettato.
“La nostra unica altra strada è quella di presentare un Esposto alla Corte.”
La Regina trattiene a stento l’indignazione.
“La Corte impiega ancora più tempo del Senato per decidere. Il nostro popolo sta morendo, Senatore. Dobbiamo fare subito qualcosa per fermare la Federazione.”
“Per essere realistici, Vostra Maestà, io credo che dovremmo accettare il controllo federale, per il momento.”
Amidala non ha bisogno di riflettere per esternare al Senatore il suo punto di vista:
“Questo io non lo posso fare.”
Il Tempio Jedi. Costruito su un bastione imponente, la struttura svetta sulla megalopoli con le sue cinque torri spoglie di qualunque simbolo di opulenza.
È la prima immagine tangibile della potenza Jedi durante la Repubblica; una potenza che coglie impreparati, e che definisce da subito i Jedi ricollocandoli dall’esistenza quasi ascetica della Trilogia Classica alla magnifica grandezza in seno alla Repubblica, sia pur nei confini della Regola e del principio di umiltà da essa enunciato.
La sequenza successiva mostra Jinn e Kenobi davanti al Consiglio costituito di ben dodici membri, tutti diversi per razza. E, fatto davvero notevole, Yoda presiede l’assemblea.
La visione del Consiglio riunito intimidisce gli spettatori, ma non Qui-Gon.
“Era uno addestrato alle Arti Jedi; la mia conclusione può essere una sola: era un Lord Sith.”
“Impossibile ! I Sith sono ormai estinti da un millennio !” il Maestro Ki-Adi Mundi è incredulo.
Yoda ascolta e valuta in silenzio.
Si esprime al suo posto l’autorevole ed oltremodo saccente Maestro Mace Windu.
“Ahhh, io non credo che i Sith siano tornati a nostra insaputa.”
“Ah! Arduo da vedere il Lato Oscuro è !” lo frena Yoda.
“Useremo tutti i nostri mezzi per svelare questo mistero.” concede Windu “Scopriremo l’identità del tuo assalitore. La Forza sia con te.”
C’è qualcosa d’irritante nel modo sbrigativo con cui Windu congeda i due Jedi di ritorno dalla delicata missione per conto del Cancelliere.
L’eminente Maestro, e con lui tutto il Consiglio, sembra non voler ascoltare i segnali di un pericolo che va oltre la crisi di Naboo.
Il probabile ritorno dei Sith testimoniato da Jinn è un indizio di tale gravità da non poter essere sottovalutato, perché se provato minaccerebbe la Repubblica stessa. Eppure il Consiglio risponde quasi infastidito all’appello di Qui-Gon.
Il Jedi viene congedato rapidamente, e la cosa finirebbe lì se non fosse per la tenacia di Jinn che a differenza di Kenobi non accenna neanche a lasciare la sala.
Un atteggiamento decisamente poco consono alla rigida Regola Jedi, e per tanto da sempre sgradito al Consiglio.
“Altro da dire tu hai ?” chiede Yoda.
“Col tuo permesso, mio Maestro, ho incontrato una vergenza nella Forza.”
“Una vergenza, tu dici ?”
“Localizzata in una persona!” indaga Windu.
“Un bambino. Ha le cellule con la più alta concentrazione di midi-chlorian che abbia mai visto in una forma di vita. È possibile che sia stato concepito dai midi-chlorian.”
Windu sembra scettico.
“Ti riferisci alla profezia di colui che porterà equilibrio nella Forza… Tu pensi che sia questo bambino?”
“Io non presumo tanto.”
“Però lo fai! ” interviene Yoda “Rivelata la tua opinione è !”
“Chiedo che il bambino venga esaminato.”
“Ooh, addestrato da Jedi vuoi che lui sia, uhm?”
“Io l’ho trovato per volete della Forza. Non ho dubbi su questo.”
I membri del Consiglio si guardano tra loro poco convinti. Si percepisce nuovamente un certo fastidio verso le intuizioni poco convenzionali di Jinn.
“Portalo da noi, allora.” taglia corto Windu.
Qui-Gon si congeda, ed esce dalla Sala del Consiglio sotto lo sguardo attento di Yoda.
Nell’appartamento di Palpatine, Anakin percorre il corridoio che conduce alle stanze della Regina.
Il bambino è atteso; ma quando la grande porta si spalanca rivela una persona diversa da colei che lui cerca: è una delle ancelle della Regina.
“Mi dispiace, Any; ma Padmè non c’è in questo momento.”
“Chi è ?” una voce di donna dalla stanza attigua.
“Anakin Skywalker. Per Padmè, Vostra Altezza.” risponde l’ancella.
Proprio in quel momento la Regina emerge in abiti regali tra una moltitudine di bauli spalancati.
Amidala si sta preparando per il Senato; ma inspiegabilmente si affaccia per vedere Anakin.
“L’ho mandata a fare una commissione.”
“Io sto andando al Tempio Jedi per iniziare l’addestramento, spero e magari non la rivedrò. Perciò ero venuto a salutarla.”
Amidala lo guarda con tenerezza.
“Te la saluteremo noi. Sono certa che il suo cuore è con te.”
“Grazie, Altezza.”
Un istante dopo la Regina si ritira; e noi tutti ci lasciamo emozionare dalla singolare gratitudine di questa Sovrana che onora il bambino rivolgendogli la parola.
Il Senato della Repubblica.
Nell’Aula Blu tutti i delegati sono presenti alla Sessione Speciale indetta dal Cancelliere.
È Valorum in persona ad introdurre la discussione. “Chi presiede riconosce il Senatore del Sistema Sovrano di Naboo.”
La piattaforma su cui è ospitata la delegazione Naboo si sgancia fluttuando in sospensione nel centro dell’arena, verso il pulpito del Cancelliere, in cima alla torre centrale.
“Cancelliere Supremo. Delegati del Senato. È accaduta una tragedia. È iniziata in questa sede con la tassazione delle Rotte Commerciali ed è ora dilagata su tutto il nostro pianeta con l’oppressione della Federazione del Commercio.”
La piattaforma con la delegazione Neimodian si fa avanti senza essere stata autorizzata; ed interrompe bruscamente Palpatine.
“Questo è scandaloso! Mi oppongo alle dichiarazioni del Senatore.”
Valorum si acciglia.
“Chi presiede non riconosce il Senatore della Federazione del Commercio.”
Palpatine riprende la parola.
“Ad asserire quanto affermato vi presento la Regina Amidala, eletta di recente Sovrana di Naboo, che parlerà per noi.”
Con un inchino formale Palpatine cede il posto di oratore ad Amidala.
“Onorevoli Rappresentanti della Repubblica. Mi presento a voi in una circostanza drammatica: il Sistema di Naboo è stato invaso dalle Droidi armate della…”
“Mi oppongo!” tuona ancora il Senatore Neimodian sotto lo sguardo oltraggiato di Amidala. “Non vi sono prove! Tutto ciò è incredibile! Proponiamo che una Commissione si rechi a Naboo per accertare la verità.”
Anche il Congresso di Malastare concorda con l’Onorevole Delegato della Federazione.
Sotto gli occhi indignati di Amidala, la Federazione del Commercio osa negare l’aggressione a Naboo usando la burocrazia del Senato contro di lei.
Valorum tenta di fare ordine, ma il burocrate al suo fianco raccomanda prudenza.
E mentre sul pulpito fervono le consultazioni, Palpatine si avvicina alla Regina.
“Entrano i burocrati, i veri Signori della Repubblica; e alle dipendenze della Federazione del Commercio, potrei aggiungere.
E qui il potere del Cancelliere Valorum si dissolve per sempre.”
Le crude parole del Senatore colpiscono al cuore la Sovrana, spingendola sempre più verso la direzione indicatale da Palpatine poco dopo il suo arrivo a Coruscant.
Valorum ha appena accolto l’obiezione del delegato di Malastare; quindi si rivolge ad Amidala.
“Volete rinviate la mozione fino a che una Commissione non vagli la fondatezza delle Vostre accuse ?”
“Io non rinvio nulla. Sono qui perché si deliberi subito l’aggressione alla Nostra Sovranità.” dichiara con durezza la giovane Regina “Non sono stata eletta per vedere il mio popolo soffrire e morire mentre la vostra Commissione dibatte su questa invasione.” Amidala ha deciso, e affonda senza remore il pugnale nella ferita aperta di Valorum e della Repubblica “Se quest’Organo Esecutivo non è ingrado di agire, si dia subito un nuovo leader.” dichiara sotto lo sguardo appagato di Palpatine. “Io propongo un voto di sfiducia per la leadership del Cancelliere Valorum.”
L’Aula Blu manifesta a favore.
Valorum è battuto e si accascia sconfitto sulla poltrona mentre i delegati della galassia gridano Al Voto e il burocrate al fianco del Cancelliere deposto richiama i presenti all’ordine.
Nel caos dell’aula, Palpatine è di nuovo vicinissimo alla Regina. “Ora eleggeranno un nuovo Cancelliere. Un Cancelliere forte. Uno che metterà fine alla nostra tragedia.” la rassicura suadente.
Amidala non ha motivo di dubitare dell’onestà intellettuale del Senatore Palpatine.
Il Tempio Jedi.
Obi-Wan attende con Qui-Gon sulla terrazza immersa nella luce del tramonto, vicino alla Sala del Consiglio.
“Il bambino non passerà l’esame del Consiglio, Maestro: è troppo grande.”
“Anakin diventerà un Jedi. Parola mia.”
“Non sfidare il Consiglio un’altra volta, Maestro.”
“Io farò ciò che devo, Obi-Wan.”
“Se tu seguissi il Codice, faresti parte del Consiglio. Non ti asseconderanno, questa volta !”
“Tu hai ancora molto da imparare, mio giovane allievo.”
Nella Sala del Consiglio Jedi, Anakin sta sostenendo l’esame; deve riuscire a percepire il tipo di oggetto illustrato su un tablet nelle mani del Maestro Windu. Il bambino risponde correttamente ogni volta.
Yoda ne è colpito. “Come ti senti ?”
“Ho freddo, Signore.”
“Paura hai tu ?”
“No, Signore.”
“Noi possiamo vedere in te.”
“Poni attenzione a ciò che senti.” suggerisce Windu.
“I tuoi pensieri indugiano su tua madre.” fa notare Mundi.
“Sento la sua mancanza.” conferma perplesso Anakin.
“Uhm ! Paura di perderla tu hai, mhm ?”
Il tono affabile di Yoda non incanta Anakin.
“Che cosa c’entra questo con tutto il resto !?”
“Con TUTTO c’entra !” lo rimprovera Yoda “La paura conduce al Lato Oscuro ! La paura conduce all’ira, l’ira all’odio, l’odio… conduce alla sofferenza !” Yoda aspetta che le sue parole penetrino nella coscienza del bambino, mentre Anakin osserva diffidente i suoi interlocutori. ” Eh. Io sento in te MOLTA PAURA.”
Il sole cala rapidamente su Coruscant; le ombre si allungano e gli ultimi sprazzi di luce illuminano di lilla tutte le cose, e raggiungono le finestre sull’attico del Senatore Palpatine; da dove una diafana Amidala nerovestita sembra scrutare preoccupata il futuro di Naboo oltre la città.
La Regina è sola con i suoi pensieri più cupi; accanto ad ella, un passo più indietro, Jar-Jar Binks partecipa in silenzio alla sofferenza della Sovrana.
Sembra quasi che i due si siano appena parlati in via del tutto riservata.
“Vu pensa che Vostro popolo va a morire ?”
“Non lo so.” sussurra la Regina.
“Anche Gungan sterminati, eh ? ”
“Io spero di no.”
“Gungans no muore senza fa lotta. Nui es GUERREROS.” sottolinea orgoglioso Binks “Ha nui GRANDE ARMADA. È per questo che a vu noi non va a genio, io crede.”
Proprio in quel momento il Capitano Panaka rientra con Palpatine portando grandi notizie.
“Vostra Altezza. Il Senatore Palpatine è candidato alla successione di Valorum come Cancelliere Supremo.”
Raggelata dal dolore per la propria impotenza, Amidala non riesce a gioire della notizia.
Palpatine si fa avanti radioso.
“È una sorpresa, questo è certo ! Ma molto ben accetta.” il suo entusiasmo viene soffocato dal rifiuto alla gioia di Amidala, che prende fisicamente le distanze da lui impedendogli di continuare a congratularsi con se’ stesso. “Vostra Maestà, se verrò eletto, IO prometto di mettere fine alla corruzione.”
Amidala è assai più pratica.
“Chi sono gli altri candidati ?”
“Baill Antilles di Alderaan e Aill Altimm di Malastare.” risponde subito Panaka.
“Io confido che la nostra situazione ci porterà MOLTI voti di simpatia.” sorride soddisfatto il Senatore, arrivando a sedersi senza permesso davanti alla Sovrana “Diventerò CANCELLIERE.”
Ma la Regina resta del tutto indifferente alla sua gioia.
“Temo che prima che Lei riesca a controllare i burocrati, Senatore, non sarà rimasto più nulla di noi e della nostra Civiltà.” sembra addirittura adirata con Palpatine, che l’ha accecata con l’utopia di un Cancelliere Più Forte spingendola a causare la caduta del potente Valorum. Ella sa che se il pacato Palpatine fosse eletto non sarà abbastanza forte da aiutare Naboo; nemmeno gli altri candidati lo saranno.
La Regina è irritata con se stessa per essersi lasciata usare e per non aver saputo trovare una soluzione per Naboo.
Palpatine è sorpreso dalla sua durezza.
“Capisco la Vostra PREOCCUPAZIONE, Vostra Maestà ! Purtroppo la Federazione ha il possesso del nostro pianeta.”
Amidala soffoca l’indignazione che la sta tormentando. “Senatore, questo è il Suo settore. Io ora debbo tornare al mio.” sussurra.
“Senatore,… questo è il Suo settore. Io ora debbo tornare al mio.” sussurra con fermezza.
Deja-vu… Sembra quasi di sentire Luke Skywalker in Episode VI mentre irride il Sith… “SONO UN JEDI: COME MIO PADRE PRIMA DI ME.”
La decisione della Sovrana coglie Palpatine totalmente impreparato;… il Senatore sembra contrariato dalla novità…
Ma è la Regina che ora lo domina; e quando finalmente si volta a guardarlo si capisce che non tornerà sulla sua decisione. “Ho deciso di tornare a Naboo.”
“TORNARE !? Ma, Maestà, ragionate !!! Vi costringeranno a firmare il Trattato !!!”
“Non firmerò alcun Trattato, Senatore. La mia sorte sarà la stessa di quella del nostro popolo.” dichiara sfidandolo duramente con lo sguardo. La notte è ormai sulla città. “Capitano, preparate la mia nave.” ordina uscendo dall’appartamento senza neanche salutare il Senatore.
“Vi prego, Maestà ! Restate QUI, dove siete al SICURO !”
La Regina è sulla soglia della porta quando si volta verso lo stupefatto Palpatine.
“Mi è chiaro ormai che la nostra Repubblica non funziona più. Pregherò affinché Lei possa riportare saggezza e compassione nel Senato.”
Senza parole, Palpatine china il capo in saluto alla Sovrana già fuori dall’appartamento. Ella è ormai lontana assieme al suo seguito quando l’ombra di un sorriso increspa le labbra del Senatore.
Il tempio Jedi.
Nella Sala del Consiglio, Jinn, Kenobi ed Anakin attendono la decisione dei Maestri circa il destino del bambino.
“La Forza è POSSENTE in lui !” sta dicendo il Maestro Mundi.
“Verrà addestrato, quindi ?” chiede Jinn.
“No.” la fa breve Windu “Non verrà addestrato.”
“No!!!” la sorpresa di Jinn è talmente palese da rasentare l’indignazione.
L’amarezza di Yoda fa da sfondo alla determinazione di Windu.
“È troppo grande.”
“Egli è il Prescelto; dovete capirlo, questo !”
“Mhm Nebuloso il futuro di questo ragazzo.” mormora Yoda…
Jinn è deluso; ma preso atto della cecità del Consiglio non intende arrendersi. “Lo addestrerò io, allora.”
Obi-Wan ha un sobbalzo. Il suo Maestro non ha mai osato sfidare così apertamente il Consiglio.
Ma Jinn sta già facendo la sua mossa, ponendo le proprie mani sulle spalle del piccolo. “Prendo Anakin come mio allievo Padawan.”
Yoda non sembra sorpreso.
“Un allievo tu hai già, Qui-Gon. IMPOSSIBILE prenderne un secondo!”
“Il Codice lo proibisce.” precisa impassibile Windu.
Jinn se lo aspetta.”Obi-Wan è pronto.”
“Sono pronto ad affrontare i test.” si fa avanti Kenobi.
“Al nostro giudizio ci atterremo su chi è pronto.” lo ammonisce Yoda.
Jinn è in difficoltà. Ora deve difendere anche Kenobi.
“Egli è testardo e ha molto da imparare sulla Forza Vivente, ma è assai maturo. Gli ho insegnato tutto ciò che potevo.”
Yoda accoglie le parole di Jinn; ma ci sono altre priorità.
“Il destino del giovane Skywalker più tardi deciso sarà.”
“Ora dobbiamo occuparci d’altro.” spiega per la prima volta preoccupato il Maestro Windu “Il Senato sta eleggendo un nuovo Cancelliere Supremo e la Regina Amidala sta tornando a casa; il che metterà SOTTO PRESSIONE la Federazione; e potrebbe far estendere il conflitto.”
“E STANARE l’aggressore della Regina !” aggiunge Mundi.
“Segui la Regina a Naboo, e scopri l’identità di questo guerriero nero.” dopo la diffidenza iniziale, Windu e il Consiglio sono dunque pronti a riconoscere la fondatezza delle intuizioni di Jinn e ad affidargli la nuova missione. “Questo è l’inizio che ci occorre per svelare il mistero dei Sith.”
“Che la Forza sia con te.” lo congeda in fine Yoda.
Jinn lascia in silenzio la sala del Consiglio, seguito da Kenobi e dal piccolo Anakin.
Fuori la notte di Coruscant avvolge il Tempio come un oscuro presagio.
La piattaforma su cui è ancorata la Nave Reale Naboo fluttua nel traffico notturno della Capitale, mentre uno shuttle già sbarca la Guardia della Regina.
Mentre attendono accanto al vascello l’arrivo della Sovrana,
Obi-Wan cerca di far ragionare Qui-Gon.
“Non è mancanza di rispetto, Maestro: è la VERITÀ ! ”
“Dal TUO punto di vista.”
“Il ragazzo è PERICOLOSO ! Lo sentono tutti; perché tu no ?!”
“Il suo destino è INCERTO, non è pericoloso. Sarà il Consiglio a decidere il suo futuro. A te basti sapere questo. Ora sali a bordo.”
Kenobi è visibilmente frustrato dalla caparbietà di Jinn.
Per la prima volta i due sono in completo disaccordo, e il giovane non può far altro che obbedire.
Jinn non ha dubbi sul fatto che il suo Padawan capirà; perciò lo lascia solo a meditare preferendo dedicarsi ad Anakin, che è li vicino bisognoso di attenzioni e rassicurazioni, in compagnia di R2;… ed ha capito tutto…
“Qui-Gon, Signore: io non voglio essere un problema.”
“Non lo sarai, Any Io ora non posso addestrarti; perciò voglio che mi osservi con molta attenzione. Tieni sempre a mente: dalla tua concentrazione viene la tua realtà. Sta vicino a me e sarai al sicuro.” Jinn pronuncia queste parole mentre lo shuttle della Regina rallenta la sua corsa per attraccare alla piattaforma.
Ci si aspetta a questo punto che il Maestro Jedi si prepari ad accogliere la Sovrana di Naboo sotto la propria protezione; invece Anakin sceglie proprio quel momento per chiedergli dei midi-chlorian; e Jinn si addentra in una dettagliata quanto tediosa spiegazione sulla microscopica forma di vita che si trova in tutte le cellule viventi il che fa dei senzienti i simbionti dei midi-chlorian, poiché capaci di vivere sempre insieme a loro con reciproco beneficio.
L’insegnamento varrebbe tanto per Anakin quanto per gli spettatori; ma l’effetto finale è fuori contesto, visto che la priorità di Qui-Gon resta la protezione della Regina, non l’apprendistato improvvisato del piccolo Any.
La sequenza purtroppo distrae l’attenzione da quanto sta per avvenire e pone definitivamente la pietra tombale sul concetto di midi-colorian.
L’arrivo della Regina alla piattaforma d’imbarco riporta fortunatamente Jinn ai suoi doveri verso la Sovrana.
Amidala è più combattiva e determinata che mai.
Ha fretta di tornare a casa e s’imbarca a bordo del vascello senza neanche far caso ad Anakin e Jar-Jar.
La Nave Reale si sgancia immediatamente dall’attracco; pochi istanti dopo solca lo spazio puntando verso Naboo.
La notte che è su Theed si estende idealmente all’intero pianeta; i segni dell’occupazione Federale sul territorio non hanno risparmiato il Palazzo Reale, da dove Nute Gunray relaziona in olo-conferenza Lord Sidious circa le recenti vittorie.
“Abbiamo conquistato le ultime sacche di forme di vita primitiva. Abbiamo ora il controllo totale del pianeta.”
“BENE. Io farò in modo che nel Senato tutto rimanga così com’è. Manderò il mio allievo Darth Maul a unirsi a voi.”
“Sì, Mylord. Sì” farfuglia obbediente Gunray, mentre l’ologramma svanisce.
Il controllo Sith già stringe la sua morsa intorno all’incauto Viceré.
La nave Reale esce dall’iperspazio lontana da Naboo.
A bordo, il comandante Olie’ tiene occupato Anakin in plancia con allegre lezioni improvvisate di guida.
Ma nella Sala del Trono la Regina Amidala presiede un vertice di guerra.
Davanti ad ella sono presenti Panaka, i due Jedi, le ancelle, R2D2 e Jar-Jar.
Il Capitano della Guardia Reale ricorda ad Amidala che nonappena sarà sbarcata la Federazione la arresterà, costringendola a firmare il Trattato.
Jinn è dello stesso avviso.
“Non capisco cosa vogliate ottenere con questo !”
“Voglio riprendermi ciò che è nostro.” dichiara senza mezzi termini Amidala.
“Noi siamo troppo pochi, Altezza.” fa notare confuso Panaka “E non abbiamo un VERO ESERCITO.”
“Io posso soltanto proteggervi.” … rincara la dose Jinn. “Non posso fare una guerra per voi.”
La Regina non si scompone.
“Jar-Jar Binks.”
Il Gungan cade dalle nuvole.
“Mi Vu dice, Alteza ?!”
Amidala lo guarda dritto negli occhi.
“Si. Mi serve il tuo aiuto.”
Pochi momenti dopo il vascello raggiunge Naboo.
In plancia, Panaka e Kenobi rilevano dagli strumenti di bordo la Nave Controllo Droidi.
Forse sono stati avvistati.
“Ci resta poco tempo.” le percezioni di Obi-Wan sono forti.
La nave atterra di lì a poco tra la folta vegetazione che circonda le paludi.
Si sta velocemente procedendo allo sbarco quando Kenobi avvicina Jinn.
“Jar-Jar è in viaggio per la città dei Gungan, Maestro.”
“Bene.”
“Credi che l’idea della Regina funzionerà ?”
“Non sarà facile convincere i Gungan E noi non possiamo usare i nostri poteri.”
( precisazione necessaria per fugare ogni dubbio sulle future scelte dei Gungan, prese liberamente e senza l’influenza dei due Jedi ).
La resa dei conti si avvicina, ma Obi-Wan è insolitamente in pena
“Io chiedo scusa per come mi sono comportato. Non spetta a me dissentire con te sul ragazzo. E ti sono grato per aver detto che sono pronto per i test.”
“Sei stato un bravo allievo, Obi-Wan. E hai anche molta più saggezza di me. Tu diventerai un grande Cavaliere Jedi.”
Il ritorno di Binks dalle paludi da cui poco dopo emerge non porta notizie incoraggianti.
L’incarico affidatogli dalla Regina ha reso il Gungan più maturo e consapevole; ed egli ora si avvicina ai Jedi e Panaka palesemente costernato per non aver avuto successo…
“.No c’è nessuno, la !Città di Gungan deserta !” sussurra sotto lo sguardo della Regina e del suo seguito “C’è stata forse battaglia, io credo !”
Obi-Wan guarda il suo Maestro. “Credi che li abbiano portati nei campi ?”
“È più probabile che li abbiano sterminati.” ipotizza Panaka.
Ma lo spirito combattivo del Gungan non accetta una fine tanto ingloriosa, e fronteggia quasi offeso il Capitano di Naboo.
“Me no crede esto.”
“Tu sai dove sono, Jar-Jar ?”
Incoraggiato da Jinn, Binks annuisce.
“Quando loro in guai, Gungans va in segreto posto. Mi fa voi veder. Venite, mi fa voi veder.”
Dopo un lungo cammino nella foresta, Binks guida la Regina e il suo seguito in un sito di antichi templi dedicati alle divinità Gungan.
Nascosti tra le antiche aggredite dalla vegetazione foltissima, gli indigeni emergono timidamente dalla macchia manifestandosi ai Naboo.
Davanti agli umani il Capitan Talpass dei Gungan annuncia:
“Vostro Onore. Regina Amidala dei Naboo.”
Tutto tace mentre Amidala avanza alla testa del suo seguito, appena un passo più indietro rispetto all’impacciato Jar-Jar
“Eeehi ciao a te Big Boss Nass Vostro Onore.”
Nass se ne sta diffidente coi suoi consiglieri dietro le radici gigantesche di un albero secolare.
“Jar-Jar Binks. Chi es queli altras?!”
“Io sono la Regina Amidala dei Naboo; e vengo da te in pace.” dichiara la fanciulla avanzando oltre Binks; dietro di lei l’ancella Padmè osserva.
“Aaah, una BIGHEN Naboo !!! Vu ora porta aqui machinen.” tuona severo, temendo per il suo popolo. “Vu es. TODOS BOMBAS.”
“Ti abbiamo cercato perché vogliamo formare un’allean.”
“Vostro Onore.” si fa improvvisamente avanti la giovane Padmè.
Nass si acciglia confuso.
“Chi es ESTA ?!”
“Sono IO la Regina Amidala.” continua Padmè, cogliendo di sorpresa tanto Jar-Jar quanto Anakin, R2 e gli stessi Jedi. “Lei è la mia sostituta; la mia protezione; la mia fedele guardia del corpo.” continua indicando l’ancella con gli abiti da Regina rimasta alle sue spalle. “Chiedo scusa per l’inganno, ma era necessario alla mia protezione. Sebbene non sempre siamo concordi, Vostro Onore, le nostre due grandi società hanno sempre convissuto in pace. La Federazione del Commercio ha distrutto tutto quanto con fatica abbiamo costruito. Se non agiamo subito sarà tutto perduto per sempre. Io ti chiedo di aiutarci. No, TI SUPPLICO di aiutarci. Siamo i tuoi umili servitori.” conclude inginocchiandosi, seguita immediatamente da tutti gli umani.
Boss Nass resta spiazzato, sinceramente stupito dall’accorato appello della Regina…
“La nostra vita è nelle tue mani.” soggiunge Amidala…
Nass riflette Il suo popolo attende, e con loro la Regina e il suo seguito ancora inginocchiati davanti a lui
Poi il grande Gungan esplode in una fragorosa quanto indecifrabile risata che fa temere il peggio tanto ad Amidala quanto ai Jedi…
“Vu no se crede più granden che nu Gungan ?! Miiii va a genio esto !!! Può esser che nu ora BIG AMIGOS !!!” sorride in fine, facendo vibrare il faccione in modo buffo.
Umani e Gungan esultano insieme a Jar-Jar: l’alleanza è stata appena sancita, e a renderla possibile è stato il semplice gesto di venirsi incontro e comprendersi; l’atto di umiltà di una società umana ed evoluta nei confronti dei primitivi Gungan, senza i quali non può sopravvivere.
Nel Palazzo Reale di Theed, Nute Gunray siede sul trono di Amidala, mentre comunica all’ologramma di Sidious le prossime mosse; al suo fianco sono Ruune Haako e Darth Maul.
“Abbiamo mandato delle pattuglie. È già stata localizzata la loro nave nella palude. Non ci vorrà molto, Mylord”
“Questa è una mossa INCONSUETA, per la Regina. È troppo aggressiva. Lord Maul, poni attenzione: lascia che facciano LORO la prima mossa.”
“Sì. Mio Maestro.”
S’intuisce una paura quasi tangibile del Maestro Sith verso l’audacia di Amidala.
È oltremodo rimarchevole come anche in questa fase eviti di espone se’ stesso, limitandosi ad una sinistra apparizione per dettare a Gunray la sua linea difensiva…
Sidious teme realmente che il suo apprendista non riesca a portare al termine la missione; e non c’è nulla che possa fare per esorcizzare le percezioni negative intorno alla nuova piega presa dalla crisi di Naboo; nulla, eccetto consigliare prudenza e lasciare all’avversario la prima mossa.
Sul fronte vicino alle paludi le vedette Gungan segnalano ad Anakin l’arrivo di forze attese, ed il bambino si affretta ad informare Amidala.
Subito dopo tre trasporti arrivano veloci con a bordo truppe Naboo.
Boss Nass premia Jar-Jar nominandolo Bombat Generale, poi si avvicina al Consiglio di Guerra improvvisato che Amidala sta tenendo sotto gli alberi secolari al rientro di Panaka.
“Qual’è la situazione ?”
“Molti sono rinchiusi nei campi. Qualche centinaia di poliziotti e guardie hanno formato un movimento di resistenza clandestino; ho portato qui tutti i capi che ho potuto portare.
L’esercito della Federazione è molto più grande del previsto; e molto più forte. Altezza, questa è una battaglia che noi non possiamo vincere.”
“La battaglia è una diversione. I Gungan devono attirare la Droide Armata fuori dalla città. R2 ?”
Al comando della Sovrana il droide astromeccanico proietta l’ologramma che illustra il piano da ella studiato per introdursi non vista nel Palazzo Reale. “Noi entreremo in città per il passaggio segreto sul lato della cascata. Una volta raggiunto l’ingresso principale, il Capitano Panaka creerà una diversione; così noi potremo entrare nel palazzo e catturare il Viceré.Senza il Viceré saranno perduti e confusi. Che ne dice, Maestro Jedi ?”
“Il Viceré sarà ben scortato !” fa notare Jinn.
“Il difficile è entrare nella Sala del Trono. Una volta entrati, non ci saranno problemi.”
Jinn guarda Boss Nass “C’è la possibilità, con questa diversione, che molti Gungan vengano uccisi.”
“Nu aqui por far nostra parte.” dichiara Nass.
Anakin ascolta attentamente il piano, mentre Amidala continua la sua esposizione.
“Noi abbiamo un piano per immobilizzare la Droide Armata. Manderemo tutti i piloti che abbiamo a distruggere la Nave Controllo dei Droidi che orbita intorno al pianeta.”
“È un eccellente piano.” conferma Jinn “Tuttavia c’è un grande rischio: le armi dei vostri caccia potrebbero non penetrare il loro deflettore.”
“E c’è un rischio ancora più grande !” interviene Kenobi “Se il Viceré riesce a fuggire, Vostra Altezza, tornerà con un’altra Droide Armata.”
“È PER QUESTO che dobbiamo catturare il Viceré.” Amidala è inflessibile. “TUTTO DIPENDE DA QUESTO.”
Deja-vu… L’esposizione del Piano di Amidala ricorda nei toni quello con cui Leila impartirà ai piloti di Base Eco le direttive per la fuga da Hoth, in Episode V; ma l’inventiva e la capacità d’improvvisare il piano per catturare il Viceré sono caratteristiche che ritroveremo in Luke Skywalker quando attuerà il piano per liberare i suoi amici più cari dalle grinfie di Jabba, in Ep. VI..
La grande Battaglia di Naboo è imminente.
Da questo momento la storia diventa un susseguirsi di azioni in cui logica e intenzioni cedono il posto a istinto e abilità; non c’è più spazio per procedere attraverso una Critica Narrante accurata; resta solo la possibilità di offrire al lettore il racconto di un evento drammatico attraverso una cronaca agile capace di trasmettere le paure, il dolore e l’esultanza degli eroi.
“È molto più sciocca di quanto credessi.””
Sidious punta sul discredito del nemico per arringare Gunray e spingerlo allo scontro fisico con Naboo.
“Manderemo tutte le nostre truppe contro l’esercito che si sta ammassando presso la palude. Pare che sia composto da primitivi.”
“Da questo noi trarremo vantaggio.”
“Ho quindi la Vostra approvazione per procedere ?”
“Sterminateli subito. TUTTI QUANTI.”
Nelle paludi di Naboo inizia la grande battaglia terrestre dei Gungan.
È una battaglia campale, con riferimenti alla tradizione tribale che riportano al nostro passato remoto, reinventando scene di grandi schieramenti di lancieri, carri, cavalieri e mastodonti; tutti armati di oggetti apparentemente primitivi, ma tecnologicamente avanzati… Non ce lo aspettiamo, ma quando l’intero esercito Gungan viene schermato sotto potenti deflettori restiamo a bocca aperta !
Sul fronte opposto avanza la Droide Armata della Federazione.
Tecnologicamente avanzata, l’armata apre il fuoco sui Gungan, ma i colpi vengono inevitabilmente fermati dal campo deflettore.
A Theed, Padmè Amidala è pronta a superare il piantonamento dei carri federali a guardia del Palazzo Reale.
Jinn prende da parte Anakin.
“Quando saremo entrati trova un posto dove nasconderti e resta lì.”
“Si.”
“Restaci.”
Subito dopo, la diversione creata da Panaka permette ad Amidala d’introdursi alla testa del commando nel passaggio segreto.
La Regina combatte coraggiosamente al fiaco dei Jedi e dei soldati.
Nel Palazzo, Gunray è preoccupato dagli scontri davanti al piazzale.
“Credevo che la battaglia avesse luogo lontano da qui. Siamo troppo vicini.”
Le sue paure sono fondate, ma ben lontane dalla realtà… che sta già portando Amidala nell’hangar del Palazzo, e che con l’aiuto dei Jedi sta sbaragliando i droidi.
“Alle vostre navi.” ordina la Regina ai piloti, mentre i Jedi le fanno scudo permettendole di avanzare.
Nel caos generale, Anakin esegue l’ordine del Maestro Jinn e cerca riparo ai margini del l’hangar mentre i caccia già decollano ed R2 viene risucchiato nel suo alloggiamento a bordo di un caccia senza pilota…
I richiami del droide sembrano proprio invitare Anakin a nascondersi a bordo !
E mentre tutt’intorno si scatena l’inferno, Anakin vede Padmè Amidala guidare i soldati allo sterminio delle Droidi Armate; e poi vede i caccia decollare.
La prima squadriglia di caccia è già in formazione nello spazio e punta sulla Nave Controllo Droidi.
La grande Battaglia Spaziale di Naboo è cominciata.
Nelle paludi le Droidi Armate non riescono ad abbattere lo scudo Gungan.
Le loro armi finalmente tacciono, ma solo per il tempo di cambiare strategia ; poi a mossa successiva è l’apertura degli Arsenali Droidi nella stiva delle grandi navi overcraft immobili sulla cima del crinale.
I Gungan intuiscono che dovranno battersi corpo a corpo contro il nemico; e dunque attivano gli scudi deflettori individuali, preparando carri e catapulte.
Sulla Nave Controllo Droidi viene dato l’ordine di Attivazione Droidi mentre la battaglia infuria nello spazio.
Il comando arriva immediatamente alle Droidi Armate ancora immobili in posizione fetale sulle colline di Naboo.
I Droidi si sollevano, si armano.
avanzano superando il campo deflettore e puntano sugli indigeni aprendo immediatamente il fuoco.
I Gungan non hanno armi individuali avanzate a parte gli scudi, ma rispondono coraggiosamente all’aggressione attivando le catapulte caricate con balls al Plasma.
Molti droidi vengono rapidamente abbattuti, ma altrettanti avanzano in sostituzione dei caduti.
Protetta dalla scorta Jedi, Amidala è nell’hangar del Palazzo Reale ed impartisce ai gruppi sotto il suo comando l’ordine di puntare sulla Sala del Trono, dove ritiene che Gunray si sia arroccato.
Anakin la vede allontanarsi verso l’interno del Palazzo alla testa delle guardie e balza immediatamente in piedi.
“Hey !Aspettatemi !”
“Anakin, resta dove sei. Sei al sicuro, lì.” lo blocca subito Jinn
“Ma io.”
“RESTA in quella carlinga.”
Il commando della Regina prosegue spedito; ma quando le porte si spalancano sui corridoi del Palazzo, un guerriero oscuro emerge dietro di esse in tutta la sua terrificante ostilità.
Per un lungo momento Amidala è indifesa di fronte al suo aggressore: Darth Maul.
Ma Jinn e Kenobi già si frappongono tra la Sovrana e il Sith.
“Pensiamo noi a lui.” assicura Qui-Gon.
Amidala deve cambiare immediatamente il suo piano.
“Facciamo un’altra strada.” ordina raggelata, puntando a un altro ingresso.
Maul non ha fretta di fermarla, le istruzioni del suo Maestro sono chiare: deve togliere di mezzo i Jedi, così potrà facilmente avere ragione della Regina.
Egli dunque si toglie il mantello preparandosi al combattimento.
Davanti a lui i due Jedi fanno lo stesso.
Alle loro spalle tre Droidekas si palesano minacciando la Regina.
Anakin se ne accorge.
“Dobbiamo fare qualcosa, R2.”
Davanti ai Jedi la sua spadalaser rossa a doppia lama di Maul si accende.
I Jedi assumono la posizione di guardia e accendono le loro spade blu.
Maul attacca feroce Kenobi, che lo ferma abilmente passandolo a Jinn.
Il Duello del Destino ha inizio.
Ma nell’hangar i tre Droidekas impediscono a Padmè di proseguire.
Anakin cerca disperatamente i comandi dei laser, ma i suggerimenti di R2 fanno partire il caccia invece che i laser !
Anakin fa un altro tentativo per fermarlo, ma stavolta causa la chiusura ermetica della carlinga; al terzo tentativo trova i laser di bordo e in pochi colpi Anakin manda in pezzi i Droidekas.
Amidala è finalmente libera di avanzare verso la cattura di Gunray.
Ma il bambino è rimasto bloccato nell’abitacolo di un caccia che col pilota automatico inserito sta ormai eseguendo il programma di decollo programmato, lanciando Anakin oltre i cieli di Naboo !
A nulla servono i tentativi di disattivazione eseguiti da R2;
Anakin può solo indossare il casco e gestire al meglio una macchina che, a parte gli armamenti, non risponde ai suoi comandi .
Nel Palazzo lo scontro tra Jedi e Sith si acuisce, spostandosi nell’immensa sala dei generatori di plasma.
Maul si libera momentaneamente di Jinn, intenzionato a vedersela prima col giovane quanto istintivo Kenobi; il Sith ritiene evidentemente di poterlo battere più facilmente.
Ma Jinn rientra presto in gioco costringendo Maul ad arretrare.
Attaccato dai due Jedi, il Sith ora sembra alle corde ma non si arrende.
Intanto Amidala sta tentando di guadagnare terreno verso la Sala del Trono, ma viene rallentata da numerose pattuglie di Droidi.
Bloccato a bordo del caccia Naboo, Anakin si ritrova in orbita intorno al pianeta e in rotta verso una Nave della Federazione assediata dai caccia … Per fortuna la comunicazione con R2 non si è interrotta durante i vani tentativi di tornare indietro !
“Guarda ! Eccoli ! È là che ci porta il pilota automatico !”
Alle paludi l’arrivo dei Droidekas segna l’inizio della sconfitta dei Gungan. Sconfitta di cui Jar-Jar non sembra accorgersi, tanto è preso dal tentativo di liberarsi del rottame di un droide ostinatamente avvinghiato alle sue gambe ! E neanche si accorge di aver fatto fuori più droidi di quanto non vorrebbe nell’intento !
L’assedio Naboo intorno alla Nave Controllo Droidi si sta intanto rivelando inefficace: Le armi dei caccia non riescono a oltrepassare lo scudo deflettore.
Anakin invece si ritrova a volare in mezzo ad uno sciame di caccia federali che gli viene incontro a folle velocità.
“Qui si balla ! WOOO !!! R2, sganciaci da questo automatico: finirà col farci ammazzare .” il pigolio allegro di R2 fa ben sperare, stavolta. “CE L’HAI FATTA R2 !!! OK, andiamo a sinistra.” La manovra porta il caccia del bambino fuori dal fuoco incrociato, ma R2 suggerisce per lui soluzioni più appropriate
“TORNARE INDIETRO !?! Qui-Gon ha detto di restare in questa carlinga; perciò io farò così.” dichiara Anakin. Ma alcuni caccia nemici sono sulla sua scia. “Ora provo l’avvitamento, così li confondo. “
Il ragazzo esegue all’istante. R2 protesta.” Lo so che c’è pericolo ! ASPETTA UN ATTIMO !!!.”
Nei corridoi del Palazzo Reale la Regina non riesce ad avanzare.
Panaka le indica le grandi finestre panoramiche; ne infrange una; Amidala vi si fionda all’istante seguita dalla prima squadra da attacco, approfittando del fuoco di copertura della seconda squadra agli ordini dell’ancella sua guardia del corpo; saliranno al piano superiore usando le pistole-ascensore.
Un colpo preciso e l’arpione si fissa nella pietra marmorea; poi la Sovrana e la sua squadra si lasciano issare velocemente.
È la stessa Amidala a far saltare la vetrata al piano superiore e a permettere ai suoi uomini di penetrare nel grande corridoio deserto.
Ora può avanzare: nessuno si metterà ancora sulla sua strada.
Tra i generatori dl plasma di Naboo continua lo scontro tra Jedi e Sith.
Kenobi e Jinn sembrano aver stretto in una morsa letale Maul; ma con un calcio ben assestato il Signore Oscuro si libera di Obi-Wan precipitandolo nella tromba dei generatori; la caduta del Padawan si arresta su una piattaforma più in basso.
Ora Jinn deve affrontare il Sith da solo; lo spinge di sotto lanciandosi a sua volta per finirlo, ma nuovamente Maul si sottrae agilissimo ai suoi colpi mortali.
Il duello si riaccende violentissimo sotto gli occhi di Kenobi, che già si lancia con un balzo in aiuto del Maestro Jinn.
Ma la lotta è ormai lontanissima dal Padawan.
I due combattenti imboccano un un corridoio di portali in cui membrane di plasma regolano ad intermittenza gli accumuli di energia. Bloccati nel corridoio e separati dalle membrane i due combattenti sono obbligati ad interrompere lo scontro.
Anche Obi-Wan è nel corridoio: Jinn lo vede nel riverbero del plasma, ma il giovane è parecchio più indietro e il Maestro è spossato dalla lotta in solitaria col Sith. Allora si raccoglie in ginocchio per recuperare le forze e prepararsi alla seconda parte dello scontro in attesa che Obi-Wan lo raggiunga.
Davanti a lui il Sith non sembra stanco; nemmeno Kenobi lo è. Jinn lo percepisce chiaramente.
È un momento cruciale, in cui lo spettatore SENTE che la Forza sta abbandonando Jinn, e che il Maestro sta accettando serenamente il destino che gli è stato posto davanti.
Alle paludi lo scudo deflettore Gungan cede, costringendo gli indigeni ad una rapida ritirata.
Anche Jar-Jar si ritira rumorosamente, ma trova rifugio sotto a un carro che presto lo lascia scoperto e senza protezione.
Il suo maldestro tentativo di rifugiarsi a bordo sgancia il fermo del portello di contenimento lasciando rotolare Binks e le Balls esplosive lungo la collina.
L’azione, del tutto involontaria, causa la distruzione di un ber po’ di carri federali; ma non salva i Gungan dalla sconfitta.
Intanto a Palazzo, la Regina è a un passo dalla meta quando viene raggiunta e circondata da una squadra di Droidekas
Amidala sa che la lotta è impari.
“Mettete giù le armi. Questa volta vincono loro.”
Si arrende con suoi soldati.
Intorno alla Nave Controllo Droidi il volo di Anakin prosegue.
Improvvisamente R2 emette un urlo meccanico.
“Ci hanno beccati, R2 !!!” col caccia completamente destabilizzato, Anakin s’infila nell’hangar principale della nave federale volando attraverso la struttura senza incontrare resistenza. R2 suggerisce una strategia. “Io CERCO di fermarmi !!! CI STO PROVANDO !!!” incredibilmente il caccia si arresta a pochi metri dalla parete sul fondo ” È tutto surriscaldato.” si lamenta il bambino mentre un mondo di droidi già accorre. “Qui si mette male.”
Ancora bloccati tra le membrane di plasma, Jinn e Maul si studiano; manca poco all’apertura, ormai.
Maul è impaziente almeno quanto il ben più lontano Kenobi; le loro spade sono già accese.
Al contrario Jinn è calmo e in pace.
Poi le membrane si aprono e lo scontro ricomincia.
Kenobi li raggiunge di corsa, ma resta ancora bloccato tra le membrane che si richiudono rapidamente.
È nell’ultimo comparto: impotente di fronte alla furia di un duello che sta prendendo risvolti drammatici.
Jinn è in difficoltà, Obi-Wan lo sente.
Poi l’ennesima scorrettezza di Maul coglie Jinn impreparato, e il fendente del Sith lo trapassa, vincendolo.
Kenobi non crede a quel che vede “NOOOOOO !!!” L’urlo del giovane Padawan è disperato Proprio davanti a se, riverso sul pavimento, il Maestro Jinn è morente. Ora tocca a Kenobi affrontare l’arrogante Sith che oltre la membrana lo irride sfidandolo.
Alle paludi la battaglia è finita; i Gungan sopravvissuti sono agli arresti, e il Generael Jar-Jar si arrende causando la vergogna del collega Talpass.
Anche a Palazzo la sortita della Regina è fallita, ed ora viene condotta prigioniera con le sue guardie davanti a Gunray; ma non c’è segno di resa nei suoi occhi.
Gunray invece gioisce.
“La Vostra piccola insurrezione è finita, Altezza. È ora che firmiate il Trattato mettendo fine all’inutile dibattito in Senato.”
“Viceré.” dal colonnato appena fuori la Sala del Trono, una giovane donna in abiti regali è alla testa di un nutrito gruppo armato e tiene Gunray sotto tiro “La Vostra occupazione è FINITA.”
Il fuoco dei Droidi agli ordini federali si apre su di lei, che già fugge mentre i suoi uomini le coprono le spalle.
“PRENDETELA !” ruggisce Gunray, indicando la fanciulla appena oltre la porta “Questa NON È la Regina ! ” sbotta scrutando Padmè.
Amidala resta immobile. La sua guardia del corpo si è mossa bene: ha attirato dietro di sè il grosso della scorta Neimoidian, che ora è solo e poco protetto; e probabilmente è anche riuscita a disarmate i Droidekas, visto che non resta traccia dei tre a cui la Regina s’è arresa.
Amidala può finalmente approfittare dello sconcerto e muoversi furtiva: si avvicina al trono, apre un comparto segreto e ne estrae una pistola “Capitano !” chiama improvvisamente.
Il soldato si volta in tempo per ricevere l’arma che la Regina gli sta lanciando; fa immediatamente fuoco sui due droidi di scorta vicini al Viceré, poi punta Gunray; anche la Regina spara, eliminando gli altri tre droidi.
Subito i soldati accorrono a requisire le armi lasciate a terra.
“BLOCCATE LE PORTE !” ordina Panaka.
Con la Sala del Trono finalmente in sicurezza, Amidala può fronteggiare il suo nemico.
“Ora, Viceré, discuteremo un nuovo Trattato.”
Ancora bloccato dalla membrana al plasma, Kenobi è carico come una molla pronta a scattare e colpire. I suoi occhi puntano Maul, lo studiano; Obi sa che non deve cadere nel suo gioco, deve aggredirlo e batterlo subito se vuole avere una speranza di salvare Naboo e la galassia.
Dall’altra parte Maul continua a provocarlo; il confronto con Jinn è stato impegnativo, ma l’ha ucciso; questo risultato galvanizza il Sith e lo rende sprezzante, incapace di vedere un pericolo nell’avversario, e assolutamente certo di poterlo eliminare.
Poi le membrane si spengono liberando la rabbia e l’aggressività di Kenobi. Il giovane Padawan attacca il Sith con una violenza inaudita; è velocissimo ed implacabile; sotto i suoi colpi il Sith arretra, una delle due lame si spezza, e uno spintone ravvicinato manda il guerriero oscuro a terra.
Obi-Wan è sul punto di finirlo, ma il Sith è veloce a rialzarsi e per la terza volta sfugge la morte. Quando Kenobi lo raggiunge viene colpito da un poderoso calcio in faccia a tradimento che lo stordisce.
La lotta continua, ma Maul sembra recuperare vigore, mentre Kenobi è scoordinato.
Il Sith approfitta del momento per toglierselo di dosso, e con una spinta della Forza lo lancia nel condotto di areazione.
Kenobi riesce ad aggrapparsi ad una luce di sicurezza evitando di precipitare, ma la sua posizione è pessima.
Dall’alto Maul si avvicina soddisfatto alla spadalaser del Padawan, e con un calcio sprezzante la fa precipitare nella tromba sotto gli occhi di Kenobi.
Fermo col caccia in panne nel bel mezzo della Nave Controllo Droidi, Anakin riesce a rimetterlo in moto con l’aiuto di R2.
“Si, il motore è partito. Attiva i deflettori.”
R2 esegue un istante prima che il fuoco di una squadra di Droidi cominci a bersagliare il caccia.
Anakin risponde al fuoco liberandosi degli aggressori più vicini; e poi sgancia i siluri, che vanno a colpire il reattore principale provocandone l’esplosione e l’autodistruzione della nave.
Anakin sa che non gli resta più tempo.
“Ora filiamo da qui.” annuncia. Un istante dopo i propulsori si accendono e il caccia vola via ripercorrendo in uscita il tragitto fatto per entrare.
La scena che i piloti Naboo vedono dall’esterno e l’inspiegabile collasso su sè stessa della Nave Controllo Droidi; il suo inarrestabile esplodere dall’interno. Mentre il caccia di Anakin sfreccia via avvistato all’uscita dagli altri piloti Naboo.
“È uno dei nostri ! Esce dal foro centrale !”
Anakin esulta mentre il caccia lo porta lontano dalla nave; e con lui esultano gli altri piloti in fuga verso Naboo; mentre la nave ormai dilaniata dalle esplosioni si spezza in due.
Alle Paludi i Gungan sperimentano immediatamente l’effetto di questa distruzione: tutte le unità della Droide Armata di bloccano diventando fantocci inanimati.
Jar-Jar non comprende. “Cosa fa loro adesso !?!”
“Loro Nave Controllo tutta distrutta. Guarda !” Talpass spintona il droide che lo teneva prigioniero lasciandolo cadere.
“Loro rotti !” esclama Binks lasciando cadere il proprio carceriere; e subito si lascia andare al l’esultanza assieme agli altri guerrieri.
La Grande Battaglia di Naboo è finita.
Ma la battaglia di Kenobi per la libertà della galassia è in pieno svolgimento.
Sovrastato da Maul, che attende la sua mossa per finirlo, Obi-Wan percepisce con la mente la spadalaser di Qui-Gon ferma ai piedi del suo Maestro.
Maul si accorge che il Jedi sta tramando qualcosa, ma non capisce come il giovane possa ribaltare la situazione, visto che è ancora appeso nella tromba di areazione.
Obi-Wan invece ha una sorpresa in serbo per lui; e con uno sforzo estremo attira a sè la spada di Jinn compiendo un acrobatico balzo in alto che lo porta accanto al suo Maestro morente; la spada di Qui-Gon si accende fulminea nelle mani di Kenobi, e il Jedi colpisce soddisfatto Maul; poi lo guarda precipitare nella tromba di areazione col corpo perfettamente tagliato in due tronconi.
Ora Kenobi può accorrere in aiuto del Maestro Jinn, ancora incredibilmente vivo.
Ma il Jedi sa di essere alla fine.
“Obi-Wan.. prometti… promettimi che addestrerai il bambino…”
“Sì, Maestro…”
“È… è Lui il Prescelto… Lui… lui porterà equilibrio…” gli raccomanda mentre Il Padawan , travolto dal dolore, riesce solo ad annuire ” Addestralo…” sussurra un istante prima di morire tra le sue braccia.
Al giovane Kenobi non resta che tenerlo abbracciato a se’ e piangerne la morte.
Pochi giorni dopo lo shuttle del Cancelliere Supremo giunge a Theed.
Ad attendere il suo arrivo c’è la Regina Amidala con Panaka, Kenobi ed Anakin.
La Regina ha di fronte a sè Gunray e il suo fedele Haako, e li sta congedando.
“E ora, Viceré, dovrete tornare di fronte al Senato e dare una spiegazione.”
Panaka si fa avanti per prenderli in consegna. “E dovrete dire addio alla vostra franchigia commerciale.”
I Neimodian lo seguono senza fiatare, proprio mentre la Guardia Blu del Cancelliere scorta Palpatine fuori dalla navetta. L’uomo saluta cordialmente Obi-Wan, giunto a riceverlo con Anakin.
“Ti siamo debitori per il tuo coraggio, Obi-Wan Kenobi. E di te, giovane Skywalker osserveremo la carriera con grande interesse.”
Palpatine sorride compiaciuto mentre raggiunge sollevato la Regina finalmente serena.
“Mi congratulo per la Vostra elezione, Cancelliere.”
“La Vostra audacia ha salvato il nostro popolo, Maestà. È CON VOI che bisogna congratularsi. INSIEME noi porteremo pace e prosperità nella Repubblica.”
La serenità illumina di nuovo i loro volti, malgrado la prova a cui sono stati sottoposti sia stata difficile.
Il Palazzo Reale dì Theed.
Nella sala in cima ad una delle sue torri più alte Obi-Wan Kenobi è in ginocchio davanti al Maestro Yoda, ed ascolta le sue valutazioni.
“Mhm… la qualifica di Cavaliere Jedi il Consiglio ti conferisce. MA… d’accordo col prendere questo ragazzo come tuo allievo Padawan IO NON SONO.”
“Qui-Gon credeva in lui !” insiste il giovane.
Yoda sospira”Il Prescelto il ragazzo forse è… Ciò nonostante un GRAVE PERICOLO nel suo addestramento io sento.”
“Maestro Yoda ho dato a Qui-Gon la mia parola. Io addestrerò Anakin.” dichiara il Jedi, causando grande contrarietà in Yoda “Senza l’approvazione del Consiglio, se occorre.”
“L’insolenza di Qui-Gon in te io sento.” commenta infastidito Yoda; il suo respiro è agitato. “Con te d’accordo il Consiglio è.” dichiara stizzito; poi guarda intensamente Kenobi “Tuo apprendista Skywalker sarà.”
Obi-Wan ringrazia chinando umilmente il capo.
La notte aleggia sul tempio a picco sulle alture lontano da Theed.
Al suo interno si sta celebrando il rito Jedi della Cremazione, attraverso cui il fuoco sta lentamente consumando le spoglie mortali del Maestro Qui-Gon Jinn.
Sono presenti i vertici del Consiglio Jedi, i vertici dei Gungan, i rappresentanti della Repubblica e la Regina Amidala con i membri del governo Naboo.
Il colpo d’occhio mostra i protagonisti della Trilogia riuniti in fila come in una sorta di presagio: Palpatine è in primo piano, seguito da Amidala, Kenobi ed Anakin…
L’interesse del Cancelliere per il Prescelto è stato dichiarato al suo arrivo a Naboo; ma dovrà vincere negli anni a venire l’amore di Anakin per Padmè e Obi-Wan, se vuole riuscire ad occupare un posto dominante nel cuore del ragazzo.
Vibranti canti di dolore di levano dai cori.
Come per rispondere alla chiamata del suo piccolo protetto Kenobi di volta verso Anakin.
Il bambino ha paura…
“Che cosa sarà di me, ora ?”
“Il Consiglio mi ha concesso il permesso di addestrarti.” lo rassicura Obi-Wan “Tu diventerai un Jedi. Te lo prometto.”
I due si guardano per un lungo momento, siglando un legame forte; ma le paure non sono ancora vinte.
E intanto Windu si consulta con Yoda.
“Non vi è dubbio, il misterioso guerriero era un Sith.”
“Mhm… Sempre DUE ci sono. Né più, né meno. Un maestro e un apprendista…”
“Ma quale è stato ucciso ?! Il maestro o l’apprendista ?”
Mentre il rito Funebre volge al termine I due Jedi non sono in grado di leggere la Forza..
Le ultime immagini di Episode I scorrono sulla grande parata Gungan in entra a Theed per onorare Amidala e suggellare la ritrovata pace tra i popoli di Naboo.
Boss Nass sale con i generali Talpass e Binks lo scalone che lo conduce davanti alla Regina.
Alla presenza del consiglio Jedi, del Cancelliere Supremo e di Anakin finalmente in tenuta da Padawan, Nass riceve da Amidala il simbolo della pace.
Padmè Amidala è finalmente appagata; e nel pieno delle celebrazioni il suo sguardo grato va al piccolo Padawan al fianco di Obi-Wan Kenobi.
Padmè Amidala regnerà su Naboo per i successivi otto anni. Le succederà la Regina Jamilia, che la vorrà Senatrice di Naboo a Coruscant.
Ma a dispetto dell’altro profilo istituzionale ricoperto, non ritroveremo nei prossimi film la Amidala fine stratega ed abile politico emersa in questo film.
Il suo ruolo verrà appiattito in Episode II per lasciare spazio alla sua storia d’amore proibita e ai tormenti di Anakin Skywalker; sbiadirà in Episode III per effetto dei troppi tagli del suo ruolo, che la ridurranno a poco più che fragile donna incinta e per di più morente.
Una chiusura davvero immeritata per la tenace Padmè Amidala: così forte da aver ostacolato un Sith; così bella da aver fatto innamorare un Jedi; così sfortunata da morire per amore senza poter lasciare nei fans la memoria della sua grandezza.
E si conclude la recensione de La Minaccia Fantasma, film troppo sottovalutato dai fan, che, invece, come avete letto, non è affatto stupido.